Roma, 250mila a rischio alluvione e 44 voragini in 3 mesi: maglia nera Ue

Foto Fabrizio Corradetti/LaPresse 19 - 03 - 2018 Roma, Italia Cronaca Allagamenti e traffico in citta' Nella foto: Allagamento altezza Ponte Pietro Nenni Photo Fabrizio Corradetti/LaPresse March 19th, 2018 Roma, Italy News Allagamenti e traffico in citta' In the photo: Allagamento altezza Ponte Pietro Nenni

Roma, 6 apr. (LaPresse) – Roma è la capitale maglia nera in Europa per rischi idrogeologici: in 250mila vivono o lavorano in zone a rischio alluvione, e cresce in modo esponenziale il numero di frane e voragini. Sono dati allarmanti quelli diffusi dal primo rapporto Roma Capitale curato dall’Autorità di Distretto idrografico dell’Italia Centrale, il nuovo ente che ha accorpato anche l’ex Autorità del Tevere.

VORAGINI QUINTUPLICATE: 44 IN 3 MESI – Secondo gli esperti, le voragini sono quintuplicate in soli otto anni: da una media di 16 voragini l’anno si è passati a più di 90; il massimo di 104 è stato registrato nel 2013, ma nei primi tre mesi del 2018 siamo già a 44 eventi.

Le aree più interessate dalla formazione di grandi voragini si concentrano nella porzione orientale di Roma. Le aree più colpite sono: il Municipio V, il Municipio VII, il Municipio II (quartieri Tuscolano, Prenestino, Tiburtino) ma anche il centro storico con le aree dell’Aventino del Palatino e dell’Esquilino.

Nella porzione occidentale di Roma il Municipio che conta più voragini è il Municipio XII seguito dal Municipio XI (quartieri Portuense e Gianicolense). Non va meglio sul fronte delle frane se si pensa che in città 383 siti sono considerati a rischio: Monte Mario, viale Tiziano, Monteverde vecchio e Balduina le aree più colpite.

A RISCHIO ALLUVIONE 1.135 ETTARI – Il pericolo alluvioni riguarda 1.135 ettari della città, dove vivono e lavorano circa 250.000 persone, è la più elevata esposizione d’Europa. Tante zone si allagano al primo acquazzone stagionale, come si è visto il 10 settembre scorso. Una situazione drammatica alla quale contribuiscono un sistema fognario non in perfetta efficienza, la scarsa manutenzione dei tombini e l’inefficienza di 700 km di canali, fossi, sistemi di scolo. Il rischio di finire ‘sott’acqua’ è alto, come hanno dimostrato le piene dell’11 dicembre 2008, del novembre 2012 e del gennaio 2014.

I 22 RELITTI DI IMBARCAZIONI SUL TEVERE – Le diverse inondazioni che hanno interessato il fiume Tevere nel territorio del Comune di Roma hanno causato nell’arco dei decenni un ulteriore elemento di pericolosità rappresentato dai tanti barconi ormeggiati lungo le sponde del corso d’acqua con utilizzo di funi e cavi, e non ancorati, che per via delle piene sono affondati e non sono mai stati recuperati. La guardia costiera ne ha contati 22 dalla diga di Castel Giubileo alla foce, alcuni dei quali nei tratti corrispondenti al centro storico e in prossimità di ponti. Il rapporto mostra tutti i rischi di un territorio fragile, che necessita di un’azione di prevenzione non più rimandabile. Per questo i promotori del dossier affiancano ai dati una serie di progetti, per un miliardo e 40 milioni di euro, in opere pubbliche e lavori da realizzare nei prossimi dieci anni.

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