Web tax, Ue rallenta: a Sofia diversi Paesi frenano, ira Francia

Sofia (Bulgaria), 28 apr. (LaPresse/AFP) – Il piano di una web tax europea per tassare i giganti del digitale come Google e Facebook nell’Ue ha incontrato alcune riserve nella riunione dell’Ecofin tenutasi oggi a Sofia, in Bulgaria, provocando la collera della Francia. Era la prima volta che i ministri europei delle Finanze discutevano di questa proposta, presentata a fine marzo dalla Commissione Ue, che prevede l’applicazione rapida di una tassa sul giro d’affari dei giganti di internet. I Paesi più piccoli come Malta, l’Irlanda e il Lussemburgo, accusati di approfittare delle loro condizioni di fiscalità vantaggiosa con queste imprese, hanno sollevato senza sorpresa i propri dubbi; come pure lo hanno fatto Svezia, Danimarca, Finlandia e anche il Regno Unito, che in un primo tempo si era invece detto favorevole.

Molti Paesi hanno espresso prudenza per il timore di far fuggire gli investimenti high tech, ma anche di provocare il presidente Usa Donald Trump mentre aleggia la minaccia di una guerra commerciale Usa-Ue. “Non stiamo frenando, ma non vogliamo una soluzione autonoma che non funzioni”, “bisogna discutere con gli americani perché se l’Ue fa questo dal canto suo, questa tassa sarà molto inefficace e cattiva per la concorrenza europea”, ha dichiarato il ministro delle Finanze del Lussemburgo, Pierre Gramegna, evocando il rischio di una escalation con gli Stati Uniti. Il Lussemburgo ospita un quartier generale di Amazon, mentre l’Irlanda ospita hub di Facebook e Apple.

Una fonte europea riferisce che il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, è stato l’ultimo a prendere la parola, per esprimere una “collera fredda” davanti alle reticenze suscitate dalla web tax, di cui il presidente francese Emmanuel Macron ha fatto una priorità. “L’Europa è in grado di mostrarsi forte?”, ha chiesto Le Maire secondo la fonte. “Nella settimana che ho appena trascorso negli Stati Uniti con il presidente Macron ho imparato una cosa: gli americani rispetteranno solo le dimostrazioni di forza”, ha detto Le Maire, concludendo poi così, sempre secondo la fonte: “Se volete arrivare fino alle elezioni europee dell’anno prossimo con il messaggio ‘abbiamo tanto parlato, dibattuto, ma non abbiamo preso nessuna decisione’, allora buona fortuna!”.

La Germania aveva sostenuto la proposta, ma il suo ministro delle Finanze Olaf Scholz non ha preso la parola. In conferenza stampa non ha dato spiegazioni ma, secondo una fonte diplomatica, l’idea di tassare il fatturato e non i profitti come avviene abitualmente non ha il favore di Berlino.

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