Moro, Mattarella depone corona fiori in via Caetani

Roma, 9 mag. (LaPresse) – Quarant’anni dopo il ritrovamento del corpo di Aldo Moro, è il giorno del ricordo dello statista assassinato dalle Brigate Rosse dopo una lunga prigionia. In via Caetani il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lasciato una corona di fiori sotto la lapide di bronzo che ricorda Moro, prima di allontanarsi in auto. Su Twitter il premier Paolo Gentiloni ha scritto: “”40 anni fa le BR lasciavano in via Caetani il cadavere di #AldoMoro L’Italia rende omaggio alla memoria di un vero statista. La sua visione politica e culturale ha segnato il nostro Novecento. La sua uccisione pesa sulla coscienza della Repubblica”.

“La morte dell’onorevole Moro, assieme a quella delle vittime del terrorismo, sono state tragedie non solo di singoli uomini e delle loro famiglie, ma di un intero Paese. Aldo Moro non era solo l’uomo del dialogo, ma soprattutto un costruttore della buona politica. Un mite che ha pagato con la propria vita il furore ideologico di chi sognava la guerra rivoluzionaria. Oggi, la lezione di Moro va proiettata nel presente, e naturalmente penso anche a queste settimane di cosiddetto stallo politico, che poco hanno a che fare con il bene del Paese, al quale ha sempre guardato Aldo Moro. La mediazione morotea non fu un semplice compromesso tra partiti o la necessità di adattare gli equilibri politici italiani alla delicata situazione generata dagli “anni di piombo”, ma la costruzione della politica che ha il dovere di farsi carico delle richieste di tutti e dei singoli, uno per uno, perché come lui stesso diceva “ogni persona è un universo”. Lo dichiara il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. “Per Moro la politica era soprattutto senso di responsabilità al quale si è chiamati tutti, al di là delle proprie appartenenze. Il messaggio dello statista pugliese all’Italia è tutto compreso in quella sua bellissima frase: “Questo Paese non si salverà e la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se non crescerà un nuovo senso del dovere”. Credo che nel ricordo del suo martirio, dobbiamo scolpire come nella pietra la sua grande lezione di uomo e di politico, che ha accompagnato la crescita democratica del nostro Paese in questi ultimi quarant’anni”, ha concluso.

A 40 anni dalla sua barbara esecuzione,Aldo Moro è vivo e vincente:al Quirinale siede un suo allievo,e la sua irrisa teoria delle convergenze parallele è più che mai attuale.E’il tema del giorno in cui forze politiche non comunicanti si sforzano di ricercare il bene del Paese anche senza incontrarsi mai’’ così il segretario di Rivoluzione Cristiana Gianfranco Rotondi ricorda Aldo Moro a 40 anni dalla scomparsa.

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