Roma, 21 mag. (LaPresse) – C’è un problema “grande” ed è che “sembra si stia configurando un governo a composizione e contenuti predeterminati, totalmente estranei al Parlamento e al presidente della Repubblica. Il quale rischia di trovarsi con le spalle al muro per effetto di un ‘contratto’ firmato davanti al notaio. Eppure, la nomina del governo spetta a lui. Lui non è un notaio che asseconda muto”. Cos in un’intervista a Repubblica Gustavo Zagrebelsky. “La formazione del governo è un atto complesso e, nei diversi passaggi che ho detto, il presidente ha tutte le possibilità (in passato ampiamente esercitate) per far valere i poteri che gli spettano – riflette – Se egli accettasse a scatola chiusa ciò che gli viene messo davanti, si creerebbe un precedente verso il potere diretto e immediato dei partiti, un’umiliazione di Parlamento e presidente della Repubblica, una partitocrazia finora mai vista”.
Il presidente dunque “potrebbe procedere a nuove consultazioni, e poi conferire un incarico corredato da condizioni che spetta a lui dettare, come rappresentante dell’unità nazionale e primo garante della Costituzione. Per inciso, finora, non esiste alcun ‘incaricato’ e i due firmatari dell’atto notarile, dal punto di vista costituzionale, sono soggetti privi di mandato.
Tutto potrebbe avvenire, se non sorgono problemi tra i partiti, in pochissimo tempo”, spiega Zagrebelsky. E poi ammonisce: “La Costituzione è un repertorio di scelte non ‘negoziabili'” come vincoli generali di bilancio. o. Mi pare che, sulle proposte che implicano spese o riduzioni di entrate, si discuta come se non ci fosse l’articolo 81 della Costituzione che impone il principio di equilibrio nei conti dello Stato e limiti rigorosi all’indebitamento”. Poi “ono colpito dalla superficialità con la quale si trattano i problemi della sicurezza. Dall’insieme, emerge uno Stato dal volto spietato verso i deboli e ‘i diversi'”. E sul comitato di conciliazione: “Cosa piuttosto innocua se rimane nella dinamica dei rapporti politici tra i “contraenti”. Cosa pericolosissima, anzi anticostituzionale, se dalle decisioni di tale comitato si volessero far derivare obblighi di comportamento nelle sedi istituzionali, del presidente del Consiglio, dei ministri, dei parlamentari”.