Salvini indagato, presto le carte a Palermo. Sostegno da M5S e FI al vicepremier

Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Matteo Salvini

Roma – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è indagato per il caso Diciotti, le carte giudiziarie passeranno presto dalla procura di Agrigento a quella di Palermo.

Entro due settimane dovrebbero essere trasmesse all’apposito tribunale dei ministri (istituito sempre nella capitale siciliana, presso la Corte d’Appello, sorteggiando i nominativi dei giudici).

Il tribunale dei ministri di Palermo avrà poi tre mesi per esprimersi

Nel caso in cui i giudici decidessero che la procura ha ragione, allora si chiederà l’autorizzazione a procedere contro Salvini, per abuso di potere, arresto illegale e sequestro di persona. Solo con il via libera di Palazzo Madama, dove il leader leghista siede come senatore, si procederebbe contro il ministro.

Per i pentastellati Salvini può rimanere al Viminale anche se indagato

Hanno espresso solidarietà al ministro molte voci nel centrodestra, a partire da Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia e dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, che correvano assieme a Salvini alle scorse elezioni del 4 marzo.

L’ex Cav parla di una “assurda ed inconsistente vicenda giudiziaria

Non potrà che avere un esito favorevole” allo stesso Salvini. “Ancora una volta – prosegue Berlusconi – l’autorità giudiziaria è intervenuta su una vicenda esclusivamente politica su cui non dovrebbe minimamente interferire“.

Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, invita Salvini a riflettere

Continuare un’esperienza di governo dentro un’alleanza così contraddittoria, sta facendo pagare un prezzo molto alto all’Italia, soprattutto in materia economica“.

Salvini si mostra baldanzoso

“Possono arrestare me ma non la voglia di 60 milioni di italiani che vogliono il cambiamento”, dice davanti ai militanti di Pinzolo, ricordando poi che per il ponte di Genova crollato ancora non ci sono indagati. Quindi, sui social, tira dritto: “Continuo, orgoglioso, il mio lavoro”.

Il suo capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, indagato anche lui 

Matteo Piantedosi si dice assolutamente “sereno, tranquillo e determinato”. Fonti del Viminale sottolineano che il rapporto con Salvini, professionale e umano, non è in discussione e si è addirittura rinforzato. Piantedosi è convinto che sull’affaire Diciotti non sia stata violata alcuna norma.

Il procuratore capo Patronaggio il 22 agosto è salito sulla Diciotti, attraccata a Catania

Le indagini, che avevano preso forma dapprima “contro ignoti”, sono state portate avanti dal procuratore capo Luigi Patronaggio, lo stesso che il 22 agosto è salito sulla nave Diciotti, ancora attraccata a Catania.

I magistrati guidati da Patronaggio hanno ascoltato i protagonisti della catena di comando

Secondo la legge, dopo 48 ore di reclusione deve esserci la luce verde di un giudice alla limitazione della libertà individuale. E la luce verde, in questo caso, non c’è stata: i migranti sono rimasti in mano ai militari per quasi una settimana.

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