Bonafede, contro la corruzione occorrono strumenti più efficaci per gli inquirenti

Foto Alberto Lo Bianco/LaPresse in foto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede

Roma – “La corruzione è un ‘mostro’ che bisogna sconfiggere, ce lo dicono i dati ma ce lo dicono soprattutto i cittadini. Costa alla collettività un prezzo elevatissimo in termini economici e sociali, danneggiando complessivamente l’economia, la crescita culturale e sociale del Paese, l’immagine della Pubblica amministrazione e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Gli interventi legislativi non hanno inciso in alcun modo

E’ ancora difficile riuscire a indagare questi fenomeni. Anche quando si riescono a scoprire le trame corruttive, grazie agli sforzi profusi da inquirenti e investigatori, risulta ancora difficile riuscire a provarle”. Lo scrive su Facebook il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

Corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio 

L’anno scorso le sentenze di condanna sono state 261 (in 140 hanno usufruito della condizionale)”. “Se guardiamo al 2016, le condanne sono state 163. Numeri evidentemente esigui rispetto alla portata del fenomeno e dati che, nel corso degli anni, sono pressoché stabili, a dimostrazione che gli interventi fatti finora sono stati inefficaci”, scrive ancora il Guardasigilli. ”

Bisogna intervenire per dare a inquirenti e investigatori strumenti più ficcanti e innovativi

“Serve rendere la corruzione un atto ostile, da osteggiare, con specifiche disposizioni. Chiunque dovrà pensarci sopra mille volte prima di intraprendere la strada della corruzione. È arrivato il momento“, conclude Bonafede.

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