Guerra franco-algerina: Macron ammette l’uso della tortura

La versione di Macron sulla morte del matematico Maurice Audin

Foto Eric Feferberg / AFP in foto Emmanuel Macron

PARIGI (LaPresse/AFP) – La Francia ammette di aver provocato un “sistema” che usò la tortura durante la guerra d’indipendenza in Algeria. Il presidente Emmanuel Macron ammetterà oggi che il matematico Maurice Audin, attivista comunista indipendentista che scomparve nel 1957, “morì sotto le torture derivate dal sistema provocato mentre l’Algeria era parte della Francia”, ha fatto sapere l’ufficio di Macron.

Il presidente Macron ammette l’uso della tortura in Algeria

Questi ha in programma una visita alla vedova di Audin. Annuncerà anche, secondo le anticipazioni, “l’apertura degli archivi sul tema dei civili e soldati scomparsi, sia francesi sia algerini”. Durante la guerra tra 1954 e 1962 morirono 1,5 milioni di algerini e le forze francesi usarono una violenta repressione contro gli indipendentisti nella colonia.

Parigi non ha mai ammesso in precedenza che il suo esercito abbia usato abitualmente la tortura nella guerra. Macron è il primo presidente francese nato dopo quel conflitto e l’anno scorso fece scalpore la sua dichiarazione secondo cui la colonizzazione francese dell’Algeria costituì un “crimine contro l’umanità”. Audin era un professore all’Università di Algeri 25enne quando fu arrestato nella sua casa, probabilmente da soldati francesi, e accusato di nascondere combattenti comunisti indipendentisti.

La versione ‘poco convincente’ di Hollande sul caso Audin

Fu torturato ripetutamente e 10 giorni dopo alla vedova fu detto che era scappato mentre veniva trasferito tra due prigioni. Questa è rimasta la versione ufficiale di Parigi sino al 2014, quando l’allora presidente François Hollande ammise che Audin era morto in carcere. Secondo le previsioni, oggi la vedova non riceverà una spiegazione ufficiale di come il marito morì.

Un libro del 2014 del giornalista Jean-Charles Deniau afferma che il matematico fu ucciso da un ufficiale dell’esercito francese, su ordine del generale Jacques Massu. L’ordine è stato confermato da un altro generale, Paul Aussaresses, morto nel 2013 dopo che ammise di aver torturato e ucciso decine di prigionieri.

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