Consumi, tornano le castagne made in Italy: +80% in 5 anni

"Quest’anno la stagione è stata generalmente positiva in quantità e in qualità", sottolinea la Coldiretti

MILANO (LaPresse) – Dopo aver rischiato la scomparsa tornano le castagne italiane con un raccolto stimato quest’autunno superiore a 30 milioni di chili in aumento dell’80% rispetto a cinque anni fa, quando era stato raggiunto il minimo storico di 18 milioni di chili a causa della strage provocata da un insetto alieno, il cinipide galligeno del castagno, proveniente dalla Cina che per anni ha infestato i boschi lungo la Penisola.

Stagione positiva per le castagne italiane

Sottolinea la Coldiretti: “Quest’anno la stagione è stata generalmente positiva in quantità e in qualità. Anche se in alcune zone ha pesato negativamente l’andamento climatico eccessivamente piovoso. Complessivamente va registrata una netta ripresa dello stato di salute di quello che Giovanni Pascoli chiamava “l’italico albero del pane”. Simbolo dell’autunno nei libri scolastici di molteplici generazioni di giovani scolari. Siamo tuttavia ancora lontano dai fasti del passato. Tanto che nel 1911 la produzione di castagne ammontava a 829 milioni di chili. Ma ancora dieci anni fa era pari a 55 milioni di chili”.

L’importanza del castagno

“Il castagno – rileva Coldiretti – riveste ancora un ruolo importante in molte aree collinari e montane del nostro Paese. Non solo per la produzione di frutti e legno, ma anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico”. La bellezza dei boschi, con castagni spesso centenari, rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago. Con l’habitat che risulta fondamentale per la selvaggina, per la produzione del caratteristico miele e per la raccolta dei funghi e dei piccoli frutti. Anche per questo restano molto popolari le feste e le sagre dedicate a castagne e marroni in tutta la penisola.

Le produzioni straniere

“Con la ripresa della produzione nazionale, calano anche le importazioni, ma resta alto il rischio – continua la Coldiretti – di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto dalla Turchia, Spagna, dal Portogallo e dalla Grecia”. Infatti l’Italia, nel corso del 2017, secondo dati Coldiretti, ha importato oltre 21 milioni di chili di castagne (in frenata rispetto ai quasi 38 milioni di chili del 2016), spesso spacciate per italiane. Con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia. Per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori.

Non sono noti invece i dati relativi alle importazioni di farina di castagne, perché non esiste un codice doganale specifico. Ma solo un codice relativo alla farina ottenuta da frutti di diverse tipologie. Serve pertanto l’introduzione di un codice doganale specifico per la farina di castagne. In modo da poterne monitorare i flussi e l’obbligo di etichettatura di origine per i derivati a base di castagne.

Castagne made in Italy, quali scegliere

“Un modo per tutelare l’alta qualità della produzione made in Italy che – precisa la Coldiretti – conta ben quindici prodotti a denominazione di origine legati al castagno che hanno ottenuto il riconoscimento europeo. Cinque – precisa la Coldiretti – si trovano in Toscana e sono il Marrone del Mugello Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Castagna del Monte Amiata Igp, la Farina di Neccio della Garfagnana Dop e la Farina di Castagne della Lunigiana DOP.

Mentre in Campania è riconosciuta la Castagna di Montella Igp, il Marrone di Roccadaspide Igp e il Marrone di Serino/Castagna di Serino IGP, in Emilia Romagna il Marrone di Castel del Rio Igp, in Veneto il Marrone di San Zeno Dop e i Marroni del Monfenera Igp, ed i Marroni di Combai Igp, in Piemonte la Castagna Cuneo Igp e il Marrone della Valle di Susa Igp, e nel Lazio la Castagna di Vallerano Dop. A questi si aggiungono due mieli di castagno: il Miele della Lunigiana Dop della Toscana e il Miele delle Dolomiti Bellunesi DOP del Veneto”.

 

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