SANT’ANTIMO (Rosaria Rocca) – “La mia piccola continua a ripetere la parola ‘cacca’, indicando se stessa. Dice che a scuola la chiamano così. All’inizio non avevo colto il collegamento con il colore della sua pelle”. Con queste parole inizia il racconto di Vito Castiglione, padre di una bambina di colore bullizzata: ha soli 4 anni ed ogni giorno è costretta a subire le offese dei suoi compagni di scuola.
Un messaggio contro il razzismo
Vito ha 27 anni ed è sposato con una 25enne di origini ghanesi. La sua vita si svolge per la maggior parte a Sant’Antimo, dove gestisce un bar. Vito non vuole condannare nessuno, perché la sua intenzione è unicamente quella di diffondere un messaggio contro il razzismo. L’unico rammarico di Vito è quello di non aver colto prima i flebili segnali lanciati dalla sua amata bambina.
Dalle sue parole non trapela odio, ma solo tanto amore nei confronti del suo piccolo angelo scuro: “Vuole coprire i suoi ricci e chiede a mia moglie di lisciarle i capelli. Quella chioma per lei è una condanna, perché la fa sentire diversa dai suoi compagni di classe. Passa ore ed ore davanti allo specchio ad osservarsi. Quando qualche bambino la guarda, si copre il volto per nascondere il colore della sua pelle. Continua a ripetere che vuole essere bianca. Dice che Antonio è l’unico compagno a trattarla bene e la cosa mi sconvolge, perché questo bambino non è allievo di quella scuola da almeno 1 anno. Mia figlia, quindi, subisce tutto questo da tempo”.
La richiesta ai responsabili della struttura
La bambina frequenta una scuola paritaria, che non sorge sul territorio di Sant’Antimo. Vito si è rivolto ai responsabili e agli insegnanti della struttura: “Mi hanno detto di non aver percepito nulla ed hanno organizzato una riunione straordinaria per discutere del problema. Quel che è accaduto non può essere cancellato con un colpo di spugna”.
Un padre coraggio
L’uomo è un padre coraggio che non si arrende alle ingiustizie. La tutela di sua figlia, però, non passa attraverso la messa al bando dei genitori degli altri bambini. Vito conclude con una riflessione: “Viviamo in un territorio caratterizzato da una totale assenza di cultura. Cerchiamo di omologarci gli uni agli altri e le peculiarità non sono quasi mai viste di buon occhio. Non ho nessun problema con i genitori di questi bambini e non ho mai messo in dubbio il loro modo di educare e di gestire i figli. Spesso si pecca di mancanza di responsabilità. Una parola di troppo o un commento superficiale sono colti subito dai bambini. Magari un po’ di attenzione in più basterebbe a far diminuire l’incidenza del fenomeno”.