Femministe in piazza contro il Ddl Pillon

Manifestazioni di protesta in 50 piazze italiane per dire no alla riforma del diritto di famiglia

Foto LaPresse - Vince Paolo Gerace 10/11 /2018 - Milano (MI) Cronaca Flash Mob contro disegno legge Pillon Nella foto Flash Mob davanti al Tribunale contro il disegno di Legge Pilon, ragazze vestite da strega che manifesteranno No al Ddl Pillon’

ROMA – In 50 piazza d’Italia le femministe hanno manifestato contro il Ddl Simone Pillon, senatore delle Lega, sull’affidamento condiviso dei figli. Le manifestazioni di oggi sono state soltanto l’anticipazione della protesta organizzata per il 24 novembre prossimo. L’8 marzo prossimo ci sarà uno sciopero femminista globale.

Lanciata una petizione per dire no alla proposta di legge

Le manifestazioni sono state organizzate dal comitato ‘No Pillon’, ed ha appoggiato la protesta anche il gruppo ‘Non una di meno’. In 100mila hanno firmato una petizione su Change.org. Diverse associazioni, organizzazioni e sindacati, tra cui la Cgil appoggiano la causa.

Le donne anello debole della riforma

Secondo le femministe si tratta di una proposta di legge che peggiorerà la situazione finanziaria delle famiglie in via di separazione, soprattutto se madri non lavorano. Di frequente, infatti, le donne che hanno un figlio lasciano l’occupazione per dedicarsi alla famiglia, rinunciando al proprio reddito.

Nel Ddl Pillon l’assegno è calcolato sui minori

La proposta di legge prevede che non ci sia più la cifra forfettaria, ma in un assegno il cui importo dovrà essere calcolato sui minori, da dividere al 50 per cento tra i coniugi. In caso di famiglie dove l’unico reddito è quello del marito, i figli sarebbero totalmente a carico del padre solo per le spese vive o una cifra che dovrà essere comprovata da fattura.

Nuova manifestazione il 24 novembre

La protesta è appena agli inizi. Il 24 novembre si replica. Intanto il ministro Matteo Salvini ha affermato: Il ddl Pillon è maschilista? “Assolutamente no. Riformare il diritto di famiglia e l’affido condiviso non è un diritto ma è un dovere. Quello è un punto di partenza su cui lavorare, migliorare, però non lo dico da genitore separato o da ministro, lo dico da cittadino ci sono troppe mamme papà e nonni che sono vittime dei tempi lunghi e di un’ingiustizia minorile che danneggia soprattutto i bambini. Quindi, riformare il diritto di famiglia è fondamentale”.

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