Tso, lettera dei Radicali: “Troppe morti, bisogna cambiare le leggi sul trattamento”

La missiva dopo il decesso di un paziente ricoverato all’ospedale S.S. Trinità di Cagliari

CAGLIARI – La morte di Agostino Pipia, in degenza da 13 giorni presso il reparto di psichiatria dell’ospedale S.S. Trinità di Cagliari, ha spinto l’associazione radicale ‘Diritti alla follia’ di scrivere una lettera indirizzata al Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale per chiedere la revisione del Trattamento sanitario obbligatorio.

Ecco il testo della missiva:

Apprendiamo, con grande sconforto, della morte a Cagliari di Agostino Pipia, in degenza da 13 giorni presso il reparto di psichiatria dell’ospedale S.S. Trinità, ricovero non legato comunque “a episodi di violenza contro le persone”, come sottolinea l’avvocato Trudu, legale incaricato dai familiari, in quanto sull’episodio è in corso una indagine preliminare a cura del Pubblico ministero Enrico Lussu.
Nel pieno rispetto del ruolo e dell’operato della Magistratura che farà luce su eventuali profili penali che dovessero emergere dalla vicenda, le Associazioni “Diritti alla Follia” e “Radicali Cagliari – Marco Sappia”, evidenziano come la lunga lista di morti avvenute in regime di Trattamento sanitario obbligatorio (TSO) impongano, con assoluta urgenza, una riforma radicale di tale istituto.
Con particolare riguardo all’istituto del TSO il Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, nella relazione presentata al Parlamento per l’anno 2018, evidenzia come già nella definizione il TSO designi una forma di privazione della libertà personale. Nella relazione si rilevano le criticità e le lacune e, soprattutto, si auspica la riserva al Garante medesimo di un ambito di competenza nel rispetto delle prerogative delle funzioni proprie del medico. Ragion per cui denunciamo con forza che ad oggi in Sardegna non è stata istituita la figura del Garante Regionale delle persone private della libertà personale, nonostante il fatto che l’iter di designazione dell’incarico sia in essere da mesi e con parecchi anni di ritardo rispetto all’approvazione della L.R. istitutiva e che la stessa L.R. 7/2011 è superata, in quanto non contempla nelle tutele i soggetti sottoposti a TSO.
Segnaliamo che gli auspici contenuti nella relazione sopra citata, finalizzati a superare alcune criticità emerse nella concreta applicazione dell’istituto del TSO, sono stati ripetutamente fatti propri dalle nostre Associazioni che da anni svolgono attività di informazione e sensibilizzazione nel merito e sono stati trasfusi in una proposta di riforma di tale istituto che si intende presentare all’ attenzione del Parlamento e che in sintesi prospetta l’introduzione delle seguenti modifiche normative:
1. ogni rinnovo del Trattamento Sanitario Obbligatorio deve essere comunicato immediatamente al “Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale”;
2. il Garante medesimo inserirà, nella relazione annuale:
a) un’anagrafe dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura che hanno ospitato ricoverati in TSO;
b) il rilievo statistico del numero di persone sottoposte a Trattamento Sanitario Obbligatorio nel corso dell’anno precedente per SPDC;
c) l’indicazione del numero medio dei giorni di ricovero coatto per SPDC;
d) l’aggregazione provinciale e regionale dei dati.
Ed infine ricordando il principio di diritto enunciato dalla Suprema Corte nel caso MASTROGIOVANNI, secondo cui:” La contenzione meccanica non è atto terapeutico e, se non scriminata dallo stato di necessità, da valutarsi in base a criteri rigorosi, comporta per i sanitari responsabilità per sequestro di persona”, affermiamo la necessità e l’urgenza che venga esplicitato il divieto della “contenzione meccanica”.
Come Associazioni “Diritti alla Follia” e “Radicali Cagliari – Marco Sappia”, continueremo la nostra opera di monitoraggio dei casi come quello per cui si interviene, nonché la nostra azione di sensibilizzazione istituzionale finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di riforma delle norme che disciplinano la materia.
La presente lettera aperta è stata inviata al Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

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