Bari, omicidio del boss Tucci: arrestato un 62enne

Il pluripregiudicato era già sfuggito in passato a una serie di attentati

carcere

BARI – I carabinieri di Barletta (Bari) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Carlo Magno, 62enne di Manfredonia (Foggia), emessa dal gip del capoluogo pugliese su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, per l’omicidio di Saverio Tucci, pluripregiudicato ritenuto vicino al clan Libergolis, e ucciso ad Amsterdam il 10 ottobre 2017. Magno, noto agli inquirenti italiani per precedenti di traffico internazionale di stupefacenti e residente nei Paesi Bassi da anni, era stato fermato dalla polizia olandese pochi giorni dopo l’omicidio.

L’omicidio di Saverio Tucci ad Amsterdam

Il corpo di Tucci, colpito da diversi colpi d’arma da fuoco, era stato ritrovato in una valigia riposta nel cofano di un’auto parcheggiata in un quartiere di Amsterdam. A condurre gli investigatori sul posto era stato proprio il 62enne. Che, due giorni dopo il delitto, insieme al proprio legale, aveva confessato e fatto ritrovare l’arma.

Arrestato e sottoposto a diversi interrogatori, Magno aveva dato conto dei rapporti con Tucci sull’importazione di cocaina dall’Olanda in Italia. E delle forti divergenze intercorse tra loro. Soprattutto per problemi legati a debiti di droga mai saldati con i fornitori colombiani.

La ricostruzione dei fatti

Secondo quanto ricostruito dagli agenti, l’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite. Le indagini si sono svolte con il supporto dell’ufficio europeo di cooperazione giudiziaria Eurojust e con la collaborazione della competente autorità giudiziaria dei Paesi Bassi, che ha dato il consenso al trasferimento in Italia dell’inchiesta.

Tucci, detto ‘faccia d’angelo’, era già stato condannato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti nell’ambito della maxi indagine sulla mafia garganica denominata ‘Iscaro-Saburo’ del giugno del 2004. Ed era considerato dagli investigatori elemento di spicco del clan mafioso Libergolis contrapposto alla famiglia Romito.

Obiettivo di numerosi attentati

Era inoltre già sfuggito in passato a una serie di attentati. In particolare, nell’agosto del 2012 a Manfredonia, si era salvato rifugiandosi in un portone. Dopo che un uomo a bordo di una vettura gli aveva sparato dei colpi di fucile. Mentre stava svolgendo lavori di tinteggiatura e ristrutturazione di uno stabile.

Magno era diventato un collaboratore di giustizia

Magno, a seguito del suo arresto, ha intrapreso il percorso di collaboratore di giustizia. Fornendo, scrivono i militari di Barletta in un comunicato, “un importante contributo” alle indagini relative al quadruplice omicidio di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017. In cui hanno perso la vita Romito Mario Luciano e suo cognato De Palma Matteo, oltre ai due passanti, i fratelli Luigi e Aurelio Luciano.  Le informazioni hanno portato all’arresto, il 17 ottobre scorso, di Giovanni Caterino, 38enne originario di Manfredonia. Con l’accusa di concorso in omicidio.

(Lapresse)

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