Fosse per Matteo Renzi, il processo a Matteo Salvini dovrebbe farsi. L’ex premier ha annunciato il suo voto favorevole all’autorizzazione a procedere avanzata nei confronti del leghista. “Sono arrivate in Senato le carte del Tribunale dei Ministri – ha scritto il fiorentino su Twitter. – Dopo averle lette con attenzione e senza alcun pregiudizio ideologico, voterò a favore della richiesta di autorizzazione a procedere.”
L’intervento dei capigruppo
Se Salvini ha cercato di stemperare i toni, non facendo pressione, almeno direttamente, sul voto degli alleati grillini (clicca qui per leggere), ad entrare a gamba tesa sulla questione sono stati Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, rispettivamente capigruppo del Carroccio al Senato e alla Camera.
“Processare chi, nell’esercizio delle sue funzioni di ministro dell’Interno, ha contemporaneamente agito nel pieno rispetto delle leggi e della Costituzione e ottemperato al mandato ricevuto dagli elettori, quello cioè di garantire rispetto delle regole e delle normative, – hanno scritto i due in una nota congiunta – significa inequivocabilmente tentare di processare il governo”.
I voti in Giunta
Prima che l’istanza del tribunale venga valutata da Palazzo Madama, dovrà superare un altro scoglio: la Giunta per le immunità del Senato mercoledì darà un primo check alle carte del palazzo di giustizia di Catania. Stando ai conteggi, per il sì sarebbero soltanto in 12. A formare la pattuglia dei pro-processo ci sono grillini, democrat e Pietro Grasso. Ventitré i componenti intenzionati a ‘salvare’ il capo del Viminale.
Se la Giunta dovesse dare il via (stando ai numeri è difficile), entro 30 giorni presenterà una relazione a Palazzo Madama e automaticamente gli atti torneranno al tribunale dei ministri per dare il via all’iter giudiziario.
Lo scenario più realistico, invece, è che dalla Giunta arrivi un no alla richiesta: in quel caso entro due mesi Palazzo Madama dovrà votare la la proposta del tribunale.
Se i grillini resteranno fedeli ai loro principi e accoglieranno la proposta dei giudici per le sorti processuali del leghista diverrà fondamentale la scelta del Pd. Con un voto compatto dei democrat sul sì, il capitano sarà costretto ad affrontare il giudizio con l’accusa di sequestro di persona.