Torino-Lione, ‘nulla di fatto’ nel vertice di governo sulla Tav. Palazzo Chigi annuncia: emerse criticità

Continua infatti il braccio di ferro tra Lega, dichiaratamente e da sempre favorevole alla realizzazione dell’opera, e Cinque Stelle che invece spinge per il no, schierati dunque su due fronti opposti. Ma Conte appare ottimista

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – Si conclude con un ‘nulla di fatto’ il vertice di governo sulla Tav. E’ terminato con un nulla di fatto, l’ennesimo, il vertice di ieri sulla Tav tra il premier Giuseppe Conte, i vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, alla presenza dei tecnici che hanno illustrato ai ministri l’analisi costi-benefici punto per punto. Continua il braccio di ferro tra chi è da sempre favorevole alla realizzazione dell’opera e 5 Stelle che invece spingono per il no.

Venerdì la decisione

Si prosegue ad oltranza per arrivare a domani con una decisione finale sull’opera. Questa almeno la speranza. Sullo sfondo l’aut aut di Salvini che nelle scorse ore si è affrettato a ribadire che attende la decisione finale prima possibile e comunque non oltre venerdì.

Al momento però i due partiti di Governo sembrano non riuscire a trovare un punto d’accordo e la mediazione, da parte del Premier Conte, chiamato ancora a fare da paciere, sembra essere più difficile del previsto. 

Una nuova ipotesi

All’orizzonte si intravede un’altra soluzione: quella di rifare il traforo ferroviario del Frejus, con una nuova galleria di 15 chilometri, in luogo di quella già avviata di 57,5 chilometri dell’attuale progetto. Lo scopo sarebbe palesemente indirizzato al risparmio dei costi oltre che andare incontro al M5S fautori del ‘no’ all’opera. Idea bocciata senza appello dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che la definisce senza troppi giri di parole “una carnevalata”.

Il pressing

Dalla Francia si fa sentire il Comité Transalpine per il Sì, mentre sembra che dalle parti di Bruxelles i funzionari Ue avrebbero già preparato una lettera che fa riferimento al mero aspetto economico: la perdita complessiva, nel caso di blocco dell’opera, sarebbe di circa 800 milioni, di cui 300 già a marzo.

Palazzo Chigi annuncia: emerse criticità

In mattinata Palazzo Chigi ha diramato una nota: “Sono emerse criticità che impongono un’interlocuzione con gli altri soggetti partecipi del progetto, al fine di verificare la perdurante convenienza dell’opera e, se del caso, la possibilità di una diversa ripartizione degli oneri economici, originariamente concepita anche in base a specifici volumi di investimenti da effettuare nelle tratte esclusivamente nazionali. Saranno necessari ulteriori incontri non essendoci un accordo finale. All’esito del confronto si è convenuto che l’analisi costi-benefici sin qui acquisita pone all’attenzione del Governo il tema del criterio di ripartizione dei finanziamenti del progetto tra Italia, Francia e Unione Europea. A distanza di vari anni dalle analisi effettuate in precedenza e, in particolare, alla luce delle più recenti stime dei volumi di traffico su rotaia e del cambio modale che ne può derivare, sono emerse criticità”

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