Tangenti sul nuovo stadio della Roma, arrestato il grillino Marcello De Vito

Insieme a lui sono finite in manette altre tre persone per un presunto giro di corruzione e presunte tangenti legate alle autorizzazioni per alcuni progetti immobiliari

Foto Fabrizio Corradetti/LaPresse Nella foto: Marcello De Vito

In manette il presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito. Candidato sindaco nel 2013 è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Insieme a lui sono finite in manette altre tre persone. A trascinarli nei guai l’inchiesta su un presunto giro di corruzione e tangenti legate alle autorizzazioni per alcuni progetti immobiliari.

Le misure cautelare sono state eseguite dai carabinieri comando provinciale di Roma Oltre agli arresti il gip del Tribunale di Roma ha disposto anche una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale nei confronti di due imprenditori.

Agli indagati la procura contesta, a vario titolo, la corruzione e il traffico di influenze illecite. Al centro dell’indagine dei militari dell’arma ci sono la realizzazione del nuovo stadio della A.S. Roma Calcio, la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Trastevere e la riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali nel quartiere Ostiense.

L’indagine ha fatto luce su una serie di operazioni corruttive realizzate da imprenditori attraverso l’intermediazione di un avvocato e un uomo d’affari che, secondo chi indaga, hanno fatto da raccordo con De Vito al fine di ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di importanti progetti immobiliari.

Corruzione e traffico di influenze illecite: sono le due accuse mosse a carico di Di Vito. Stando alla tesi dei pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli avrebbe preso elargizioni dell’imprenditore Luca Parnasi promettendo in cambio di favorire il progetto per la costruzione dell’impianto sportivo dei giallorossi.

Agli occhi della Procura De Vito, presidente del consiglio comunale, era il garante presso l’amministrazione romana di vari imprenditori che offrivano soldi e altre utilità al politica con lo scopo di ottenere facilmente licenze per realizzare le varie opere.

Oltre a Paransi isono coinvolti i gruppi imprenditori Toti e gruppo Statuto. Undici complessivamente gli indagati.

Il sistema di ipotizzate corruzioni e tangenti si sarebbe concretizzato grazie alla mediazione di un avvocato ed un uomo d’affari: entrambi, affermano gli inquirenti, rappresentavano il raccordo con De Vito per far ottenere agli imprenditori provvedimenti favorevoli dall’amministrazione.

Nel 2016, nel giorno dell’elezioni di Virginia Raggia, ottenne oltre 6mila preferenze.

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