Def, Coldiretti: “No all’aumento dell’ Iva a tavola, 2,7 milioni sono senza cibo”

Con 2,7 milioni di persone che in Italia sono stati addirittura costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare, è necessario scongiurare l'aumento Iva su beni di prima necessità come gli alimentari.

Foto Alessandro Tocco/ LaPresse

MILANO – Con 2,7 milioni di persone che in Italia sono stati addirittura costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare, è necessario scongiurare l’aumento Iva su beni di prima necessità come gli alimentari. È quanto chiede il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, in riferimento al dibattito in corso sull’ipotesi di far salire l’Iva. L’aumento dell’imposta rischia di riguardare secondo la Coldiretti anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22% che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie. “Una misura che andrebbe a indebolire l’impegno del Governo sul reddito di cittadinanza a difesa delle fasce piu’ deboli”, aggiunge Prandini.

La preoccupazione

“La punta dell’iceberg della povertà in Italia è infatti proprio rappresentata da 2,7 milioni di persone. Persone che – sottolinea la Coldiretti – hanno beneficiato degli aiuti alimentari attraverso l’accesso alle mense dei poveri o molto più frequentemente con pacchi sulla base delle elaborazioni Coldiretti. Basati sui dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso dall’agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea)”. L’aumento dell’Iva peraltro rischia di aggravare pesantemente la situazione di stagnazione dei consumi alimentari in Italia. Consumi che hanno fatto registrare un debole aumento di appena lo 0,3% dovuto esclusivamente alla crescita dei prezzi nel 2018 rispetto all’anno precedente. Ciò secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea e Istat.

LaPresse

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