Corruzione, Toninelli: “Ombra su Siri, deve lasciare il suo incarico”

Di Matteo: "La difesa della Lega di Siri può diventare un segnale per Cosa Nostra"

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Danilo Toninelli

ROMA – “La sospensione delle deleghe non è un atto contro Siri, ma a tutela delle istituzioni e persino a salvaguardia del suo diritto di difesa, dato che l’indagine tocca anche le funzioni da sottosegretario. Dopodiché, sarebbe auspicabile che si difendesse da semplice senatore, è una questione di opportunità politica, Ombre su Siri”. Lo dice, intervistato dal Corriere della Sera, il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli.

“Ogni componente della squadra – aggiunge – deve essere in grado di lavorare serenamente per dare risultati, garantendo un servizio ai cittadini privo di ogni possibile ombra”.

“Gli auguro naturalmente di poter dimostrare in fretta la propria estraneità ai fatti contestati. Siamo però di fronte ad addebiti molto gravi su cui il Movimento 5 Stelle, in termini politici, non fa sconti a nessuno, nemmeno al proprio interno. Chi ricopre incarichi pubblici deve fare in modo di dissipare ogni ombra”, afferma Toninelli nell’intervista al Corriere della Sera.

Di Matteo: “La difesa della Lega di Siri può diventare un segnale per Cosa Nostra”

“Da sempre, il potere mafioso ha una grande capacità di cogliere i segnali che arrivano dalla politica e dalle istituzioni. In questi giorni, sta registrando sensibilità diverse nelle due forze di governo, i Cinque Stelle e la Lega. I primi chiedono le dimissioni del sottosegretario indagato per corruzione in una più ampia vicenda che porta a Trapani, gli altri lo difendono”. Lo dice Nino Di Matteo, sostituto procuratore della Direzione nazionale Antimafia, intervistato dalla Repubblica.

“I mafiosi capiscono subito su chi poter fare affidamento. La difesa a oltranza di un indagato per contestazioni di un certo peso potrebbe essere, in questo come in altri casi, un segnale che i poteri criminali apprezzano”, afferma su Siri.

(LaPresse)

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