Spagna, oggi si vota. Favoriti i socialisti di Sanchez, ma l’estrema destra spinge

Supporters of Spanish far-right party VOX wave flags during the last campaign rally in Madrid on April 26, 2019 ahead of the April 28 general election. - Spain closes today a tense legislative elections campaign with repeated calls by the head of the socialist government Pedro Sanchez to avoid the far-right rise that has shaken up the political outlook of the country. (Photo by OSCAR DEL POZO / AFP)

MADRID – Spagna, oggi si vota. Il partito di Sanchez sembra largamente favorito nei sondaggi ma il futuro Parlamento si annuncia frammentato e diviso con il rischio che sia difficile formare il prossimo governo.

I timori

In un’intervista a El Pais, il primo ministro ha lanciato un appello al voto utile contro l’avanzata della destra, aprendo a una futura alleanza con la sinistra radicale di Podemos. Sull’esito del voto pendono l’incognita di un 26% di indecisi e del partito di estrema destra Vox, che entrerà per la prima volta in parlamento.

In Spagna sono vietati i sondaggi nella settimana precedente al voto. L’ultimo rilevamento risale a domenica scorsa, prima dei due dibattiti televisivi con i quali i leader politici hanno cercato di convincere gli indecisi. Sul podio televisivo sono saliti Sanchez, il leader di Podemos Pablo Iglesias, il nuovo leader del partito popolare Pablo Casado e Albert Rivera, di Ciudadanos.

La nuova generazione politica

Tutti uomini e tutti giovani – con i suoi 47 anni Sanchez è il più anziano, mentre gli altri hanno fra i 38 e i 40 anni- i quattro rappresentano una nuova generazione di politici spagnoli, che però non è ancora riuscita a trovare un nuovo equilibrio per governare il Paese. Il leader di Vox, il 43enne Santiago Abascal, è stato escluso dai due dibattiti perché il suo partito è fuori dal Parlamento. Ma il previsto buon risultato del suo partito populista di estrema destra, forte del recente successo alle elezioni regionali ad Andalusia, potrebbe frammentare ulteriormente il parlamento, complicando la formazione del futuro governo.

I sondaggi

Secondo l’ultimo sondaggio il Psoe di Sanchez si avvia a conquistare 129 seggi con il 28,8% dei voti. I socialisti diventeranno così di gran lunga il primo partito, in un exploit che, se confermato, segnerà un importante successo per il Psoe mentre altri partiti della sinistra europea attraversano una grave crisi. Tuttavia i sondaggi assegnano al Psoe un numero inferiore di seggi alla soglia dei 176 deputati necessaria per controllare la maggioranza della Camera. I possibili alleati di Podemos (13,2%) potrebbero aggiungere 33 deputati, ma servirà comunque l’appoggio, anche esterno, di piccoli partiti, fra cui i nazionalisti baschi e catalani.

La destra che avanza

A destra, il voto è il primo importante banco di prova per il 38enne Casado, che è diventato leader del partito Popolare dopo la caduta del governo di Mariano Rajoy. Ma gli scandali di corruzione hanno minato il sostegno dello storico partito conservatore che ha più volte governato la Spagna. I sondaggi danno il Pp come seconda forza politica, ma solo con il 17,8% e 75 deputati.

Segue Ciudadanos, partito anti casta ma non antisistema, inizialmente su posizioni centriste ma poi scivolato sempre più a destra, accreditato con 49 seggi e il 14,1%. L’ultradestra di Vox viene indicata al 12,5% con 32 deputati. Con questi numeri i tre partiti a destra non potrebbero raggiungere la maggioranza. Sarebbe numericamente possibile un accordo socialisti, Ciudadanos, ma oggi Sanchez è sembrato respingere questa ipotesi: il partito di Rivera, ha detto nell’intervista a El Pais, “è stato un’enorme delusione. Ha abbracciato l’ultradestra e ha iniziato il suo declino come progetto politico”.

L’instabilità

Il voto di oggi arriva in una Spagna in cerca di una difficile stabilità politica. Nel dicembre 2015, l’arrivo in parlamento di due nuove forze anti casta – Podemos e Ciudadanos – aveva contribuito a frammentare il parlamento, tanto che era stato necessario ripetere le elezioni nel giugno 2016 di fronte all’impossibilità di formare il governo. Da allora si sono succeduti due governi di minoranza, guidati prima dal popolare Rajoy e poi dal socialista Sanchez. Ma intanto la questione catalana, ancora irrisolta e acuita dal processo in corso contro i leader secessionisti, ha contribuito a polarizzare il dibattito pubblico, dove ora irrompe anche il partito nazionalista di estrema destra Vox.

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