Contratto di governo, la Lega deve rispettarlo, ma il M5S può ‘fregarsene’

Il conflitto d'interessi vale per gli altri, ma non per il capo politico Di Maio

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse in foto Luigi Di Maio

Attenersi al contratto di governo per andare avanti. E’ questa la posizione espressa dal vicepremier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio su cui non ci sarebbe nulla da eccepire se il rispetto del documento non venisse richiesto solo al vicepremier leghista Matteo Salvini.

Il governo deve andare avanti

Per il pentastellato questa è una certezza, ma ci sono condizioni precise. “Finché restiamo nel contratto – dice – ci sono tante cose da fare per gli italiani e questo governo deve andare avanti. Se vogliamo invece parlare di una serie di derive a cui ho assistito negli ultimi mesi allora non posso consentire assolutamente che il M5S stia zitto. Parlo ad esempio dell’autonomia”.

Diktat grillino

Il ministro del Lavoro non dice no alle Autonomie, previste nel contratto di governo, e almeno su questo toglie ogni dubbio. Ma il provvedimento deve essere fatto in chiave grillina e non leghista altrimenti salta il banco.

Pomo della discordia

Di Maio vuole tutto e subito, per contro Salvini deve fare un passo indietro e dare priorità ai temi d’interesse del M5S. Il primo, utile anche alla campagna elettorale, è il conflitto d’interessi su cui la Lega prende tempo e il Movimento rischia la faccia.

Conflitto d’interesse

La discussione sulla legge, per i grillini, deve essere calendarizzata a stretto giro, ma per il carroccio non è questa la priorità. Da qui l’attacco sferrato da Di Maio che accusa Salvini di voler tutelare interessi di parte. Ad opporsi alla legge sul conflitto d’interesse, così come pensata in più versioni ancora da accorpare del M5S, ci sono anche le forze di opposizione.

Il Conflitto d’interessi vale per tutti

Anche per il M5S. La stoccata arriva dalla senatrice ‘dissidente’ Elena Fattori. “Bisogna anche affrontare il conflitto d’interessi di chi detiene piattaforme web, non solo di chi detiene giornali – spiega – Noi abbiamo una piattaforma che decide le sorti del Parlamento, detenuta da una srl privata. Sebbene Davide Casaleggio abbia per molto tempo negato un ruolo nel M5S, quando poi è uscito l’atto fondativo del M5S in realtà i due fondatori sono lui e Di Maio. Bisogna mettere dei paletti per tutti”.

Difficile che il governo duri se le liti interne ai gialloverdi nascono proprio dl contratto di governo.

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