NAPOLI – Nel cimitero di Miano ben sei defunti sono sepolti sotto cumuli di macerie, create dal crollo di un grosso albero lo scorso ottobre. L’arbusto, nella sua rovinosa caduta, ha ridotto in frantumi un intero monumento, quello della famiglia Bianco. La carcassa di legno è stata rimossa a febbraio, ma i detriti sono ancora lì.
Tra i poveri resti schiacciati dalle pietre, c’è il corpo di Giuseppina, morta a 16 anni nel tentativo di scappare da un soldato intenzionato ad abusare di lei. Giuseppina Bianco è ricordata come una martire a Mugnano, il suo luogo di provenienza. Il suo sacrificio fa parte della memoria collettiva della città, eppure le sue spoglie giacciono dimenticati sotto chili di detriti.
‘Cronache’ ha dato notizia del caso già lo scorso maggio, ma nulla è mai cambiato nemmeno in seguito alla nostra segnalazione. L’ulteriore denuncia parte ancora una volta da Margherita, sorella di Giuseppina, che a 83 anni non desidera altro che porre un fiore sulle tombe dei propri cari. Una consolazione a cui da mesi è costretta a rinunciare: dinanzi a lei, al posto del monumento della sua amata famiglia, giace il simbolo dell’indifferenza di una città che dimostra così di star raschiando il fondo.
Andrea Bianco, nipote di Margherita, ha contattato più volte il Comune di Napoli per chiedere di rimuovere gli orrendi detriti che hanno ridotto in polvere le tombe di famiglie. “Pochi giorni e risolviamo”, mi hanno detto. Sono passati cinque mesi: non è cambiato ancora niente”, denuncia l’uomo, che da mesi fa spola tra gli uffici della direzione cimiteriale e Palazzo San Giacomo. Nessuno ancora è stato però capace di fornirgli una risposta.
Dall’ufficio del cimitero di Miano i dipendenti riferiscono che due mesi fa i tecnici “sono venuti a fare un sopralluogo e a stilare una relazione”.
Il tempo passa, le promesse fatte alla famiglia Bianco restano nel vento. I cumuli sotto cui i defunti sono stati seppelliti una seconda volta, però, nessuno ancora si è degnato di rimuoverli. Nessuno ancora che si sia preso la briga e la decenza di restituire dignità a sei persone, e ai loro familiari.L’amarezza della signora Margherita è sconfinata: “Se potessi toglierei queste pietre una ad una. Non mi interessa che il monumento di famiglia sia andato distrutto, non voglio denaro per la sua ricostruzione. Chiedo solo che ai miei familiari venga restituita dignità”, afferma Margherita, che lancia un accorato appello al Comune di Napoli.
“Chiedo di essere ascoltata, almeno questa volta: date una degna sistemazione ai miei cari. Ogni volta che vengo qui sto male per giorni: non accetto di vedere i resti della mia famiglia in questo stato. Sotto quelle pietre c’è il corpo di una ragazza che si è fatta ammazzare per non farsi violentare. Proprio lei non merita questa vergogna”.
Sulla vicenda abbiamo contattato il vicesindaco nonché Assessore al Bilancio con delega ai cimiteri Enrico Panini, il quale ha assicurato che lunedì provvederà a fare un sopralluogo “per capire di che natura sono i detriti in questione”.