L’agricoltura fa i conti con il clima

In Campania almeno due fenomeni estremi l’anno: è corsa alle assicurazioni dei campi

NAPOLI – Il Summit di Davos arriva dopo un anno che è stato il secondo più caldo di sempre sul Pianeta, facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,95 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, che fa classificare l’ultimo decennio come il più bollente dal 1880 in cui sono iniziate le rilevazione del Noaa. È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti in occasione del Forum economico giustamente dedicato quest’anno agli effetti del cambiamento climatico che minaccia attività economiche per oltre la metà del Pil mondiale per un valore aggiunto di 44.000 miliardi di dollari, secondo il rapporto del Forum economico mondiale (Wef), prodotto in collaborazione con Pwc Uk.

“L’agroalimentare -sottolinea la Coldiretti – e tra i settori più colpiti dal cambiamento climatico, con effetti sul piano economico ma conseguenze anche sull’ambiente, sulla fame e sulle migrazioni”.

Non è un caso che il cibo – precisa la Coldiretti – sia tornato strategico nelle relazioni internazionali, con nuove guerre commerciali, dai dazi di Trump alla Cina e all’Unione Europea all’embargo della Russia che ha colpito principalmente prodotti alimentari.

“Il Forum deve rappresentare una occasione per avviare un dialogo costruttivo ed evitare l’acuirsi di scontri dagli scenari inediti e preoccupanti che rischiano di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra i Paesi” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “la necessità di investire sull’agricoltura per una crescita sostenibile che contrasti la crisi climatica e il dissesto idrogeologico in un percorso di grande supporto al Green Deal dell’Unione Europea”.
Per quanto riguarda la situazione della Campania, quest’anno in particolare è stato registrato un preoccupante incremento di fenomeni estremi, soprattutto alluvioni e precipitazioni concentrate nell’arco di poche ore, accompagnate da tempeste di vento. Il picco è stato raggiunto a fine 2019, anno particolarmente duro per l’agricoltura, ma anche a maggio, quando forti grandinate si sono abbattute sulle aree interne della Regione tra Benevento, Avellino e l’alto Casertano. “Grandinate violentissime e ben oltre le media a cui eravamo abituati: in alcune zone la grandine è stata spostata addirittura con le ruspe. Si tratta di fenomeni un tempo rari, che oggi si sono praticamente cronicizzati. Ormai non parliamo più dunque di ‘eccezioni’, perché si ripetono puntualmente ogni anno e con una violenza crescente, creando gravi danni alle coltivazioni”, fa sapere Coldiretti Campania.

I raccolti vengono danneggiati nelle varie fasi della crescita: a maggio molti frutti in maturazione, come la mela annurca o i prodotti delle coltivazioni orticole, non sono arrivati alla maturazione finale. Stesso dicasi per quelle zone colpite da forti acquazzoni: la concentrazione di acqua in poche ore produce dei danni enormi sull’assetto dei terreni. Dopo una bomba d’acqua, chi ha seminato deve ripiantare.

I più colpiti sono gli ortaggi. Per fare un esempio, gli allagamenti dovuti alle piogge forti hanno distrutto una grossa fetta della produzione del cipollotto nocerino: la troppa umidità ha fatto marcire le radici. “Ogni anno contiamo almeno due fenomeni estremi. I danni sono incalcolabili”, continua la Coldiretti Campania. Ed è corsa tra gli agricoltori alle assicurazioni agricole. “Chi lavora i campi si trova costretto ad assicurare le produzioni così che, in caso di calamità, si possa almeno recuperare l’investimento iniziale. Si chiede dunque alle istituzioni di aiutare gli agricoltori nella stipula delle associazioni, sia per sempllificare la verifica e i ristori che per ridurre i tempi di rimborso”.
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