L’intervista. Ferrandino: “De Luca si adegui alle scelte del partito”

L’europarlamentare ha firmato il referendum sulla Giustizia: “Scelta di buon senso”

NAPOLI – Superare le ambiguità per recuperare credibilità, è questo che il PD deve fare in vista delle prossime Amministrative. Ne è certo l’eurodeputato dem Giosi Ferrandino (nella foto) che, con Cronache ha parlato anche dei motivi che lo hanno spinto a firmare per i referendum sulla giustizia promossi da Radicali e Lega.

Onorevole, al centro del dibattito c’è il tema giustizia. Crede che la riforma Cartabia soddisferà le aspettative dell’UE che su questo ha chiesto un impegno preciso al governo?

Credo sia migliorativa rispetto alla versione precedente ma che ancora non soddisfi tutti i requisiti necessari. Attualmente c’è uno sbilanciamento dei rapporti di forza in favore della magistratura e lo reputo inaccettabile. Quando i padri costituenti scrissero la Costituzione, immaginavano un perfetto equilibrio tra i poteri. Oggi questo equilibrio non esiste e va ristabilito. È inaccettabile il numero di rinvii a giudizio o addirittura di misure cautelari che si risolvono con assoluzione piena già al primo grado di giudizio. È un qualcosa che va corretto. Ma c’è tanto da riformare anche in campo civile e amministrativo per rendere il Paese pronto per la grande ripresa.

Se i tempi per l’approvazione slittassero, viste le tribolazioni interne al M5S, cosa accadrebbe?

Perderemmo di credibilità agli occhi dei nostri partner europei e sarebbe un peccato visto l’enorme lavoro compiuto in questi mesi. Inoltre, si metterebbe a rischio l’impalcatura data al recovery plan, la cui attuazione dovrà avvenire in pochissimi anni per assicurare la ripresa programmata dall’Unione Europa. Il M5S faccia pace con se stesso e stabilisca cosa vuole essere. Non è con il populismo o con le bandierine che si governa un paese complesso come l’Italia, ma con il pragmatismo. Esistono dei problemi che devono essere affrontati e risolti e nel farlo bisogna avere un approccio che abbia una visione complessiva e d’insieme, non di parte e finalizzata esclusivamente a parlare alla pancia delle persone. Si amministra bene un Paese facendo la cosa giusta, non quella più popolare.

Tra le firme raccolte dalla Lega e dai Radicali per i referendum sulla giustizia c’è anche la sua. Perché?

Intanto perché reputo l’istituzione del referendum una grande espressione democratica. In passato le più grandi riforme sono state possibili grazie ai referendum poi perché certe battaglie non sono ideologiche, ma di buon senso. Come dicevo prima, non sempre quello che è giusto è anche popolare.

A breve si terranno le Amministrative. A Napoli il PD con M5S, Leu e Iv sostiene Manfredi, mentre è ancora poco chiaro cosa accadrà a Caserta e Benevento…

Sosteniamo Manfredi non solo perché è un profilo di spessore, ma anche perché la sua candidatura è frutto di una concertazione nata da un programma condiviso, che ha degli obiettivi specifici. Il candidato sindaco deve essere frutto di un lavoro di sintesi tra le diverse istanze di quella che può essere la coalizione che lo sosterrà. Su Caserta pochi dubbi: Carlo Marino ha fatto benissimo negli ultimi cinque anni e sono sicuro possa riconfermarsi per un nuovo mandato, completando un programma di trasformazione urbana, sociale e culturale che ha già radicalmente cambiato il volto di Caserta. Più in generale, mi auguro avvenga lo stesso percorso anche in tutte le altre amministrazioni al voto.

A Benevento parte del PD vuole appoggiare Mastella contro il candidato giallorosso. Lei che ne pensa?

È giunto il momento della chiarezza e della coerenza, bisogna smetterla con il creare equivoci. C’è un candidato che è espressione del Partito Democratico ed allora bisogna schierarsi dalla sua parte. Nessuno discute sulla qualità degli altri nomi, autorevolissimi, ma questi atteggiamenti non aiutano il nostro partito. Anzi! Se si vuole fare seriamente parte di un partito, allora nel momento in cui emerge un candidato bisogna supportarlo senza se e senza ma, altrimenti si finisce per consegnare territori alle destre.

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