Covid, boom di casi e morti. Domani Cdm: sul tavolo l’obbligo vaccinale per alcune categorie

Foto LaPresse / Palazzo Chigi / Filippo Attili

MILANO – Il record di positivi dall’inizio della pandemia e il più alto numero di morti dallo scorso aprile. Succede alla vigilia del Consiglio dei ministri, che dovrebbe valutare più l’obbligo vaccinale per alcune categorie che l’estensione del super green pass a tutti i lavoratori. Sta di fatto che la variante Omicron continua a mordere e il bollettino Covid offre un quadro a tinte fosche. Sono 170.844 i casi di coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore e 1.265.297 gli attuali positivi.

I decessi, 259 in un giorno, sfiorano il massimo toccato a fine aprile con 263. Aumenta, intanto, la pressione sugli ospedali: +579 ricoveri in area medica, 12.912 in totale, e +41 in terapia intensiva, con 153 ingressi giornalieri, dove si trovano 1.392 nostri connazionali. Gli approfondimenti sono ancora in corso e le resistenze non mancano, a partire dai Cinquestelle ma anche dalla Lega, sull’estensione dell’obbligo del green pass rafforzato nel mondo del Pa e non solo.

Il Consiglio dei ministri sarà preceduto forse da una cabina di regia. Resta il fatto che la quadra non è stata ancora trovata, ma l’idea è di insistere più che altro sull’obbligo vaccinale per alcune categorie, visto che l’obiettivo del Governo è estendere quanto più possibile la platea dei vaccinati. “Nel nostro Paese esiste già l’obbligo vaccinale per alcune categorie e contestualmente sono stati introdotti il green pass e poi il super green pass.

Credo sia ragionevole ragionare sull’estensione del green pass rafforzato per i luoghi di lavoro e non mi sento di escludere totalmente l’obbligo di vaccinazione, magari per alcune categorie, dando come parametri ad esempio l’età e la fragilità”, spiega il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, al Tg4. “I ragionamenti sono in corso. Sono convinto che la maggioranza saprà trovare una sintesi per garantire il ritorno alla normalità”, assicura.

Certo è che forte il pressing da Forza Italia e Pd, fra le altre forze che sostengono il governo Draghi. “Modello 2G a tutto il mondo del lavoro. Più finanziamenti alle Regioni. Armonizzazione di misure e procedure di contrasto al Covid tra Regioni. Promuovere l’utilizzo delle Ffp2. Sulla riapertura scuole decida il Governo. Questi i punti principali della strategia di Forza Italia”, twitta Antonio Tajani, coordinatore nazionale azzurro, dopo una riunione di partito con i ministri, i sottosegretari, i presidenti di Regione e i dirigenti.

Dal canto suo, ancora, la capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani, non le manda a dire: “Non si tratta solo di evitare nuovi lockdown ma di non perdere l’occasione per tornare ad essere tra le principali locomotive dell’economia mondiale. Per questo è imperativo proteggere la ripresa adottando, con rapidità, tutte le nuove misure capaci di garantire un’efficace argine alla diffusione dei contagi della quarta ondata, superando dubbi e perplessità”.

Intanto, resta caldo il tema dello smart working nella Pa. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha ricevuto a Palazzo Chigi il ministro Renato Brunetta. L’incontro è stato “assolutamente positivo”, segnalano alcune fonti, secondo cui si è ragionato sul migliore utilizzo, ai fini del contrasto al picco pandemico, della flessibilità nel ricorso allo smart working già prevista dalle regole vigenti tanto per il lavoro privato quanto per quello pubblico.

Levata di scudi, invece, da M5S e Pd. “La volontà di far passare lo smart working come una misura inutile o, peggio, come una perdita di tempo è contraria a una tendenza ormai affermata in tutta Europa. Ci dispiace che il ministro Brunetta non se ne renda conto”, sbotta il deputato pentastellato, Stefano Buffagni. E non solo. “L’ostinazione ideologica contro lo smart working dei lavoratori pubblici è fuori dal tempo, una grande occasione persa e un errore nella gestione dell’emergenza”, twitta la dem Marianna Madia, ex ministra della Pa.(LaPresse)

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