PALERMO – Il collegio del tribunale di Caltanissetta, presieduto da Francesco D’Arrigo, ha assolto Michele Ribaudo, uno dei tre poliziotti a processo per il depistaggio della strage di via D’Amelio del 19 luglio 1992. Per gli altri due imputati, sempre poliziotti che indagarono sulla strage di via D’Amelio, Mario Bo e Fabrizio Mattei è scattata la prescrizione del reato. Per il collegio è caduta l’aggravante mafiosa.
Marco Bo (difeso dall’avvocato Giuseppe Panepinto), Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei (difesi dall’avvocato Giuseppe Seminara), appartenenti al gruppo “Gruppo Falcone e Borsellino” istituito dalla procura nissena per indagare sulle stragi, erano accusati di calunnia in concorso aggravata dall’aver favorito Cosa nostra. Secondo l’accusa, avrebbero costruito a tavolino una falsa verità sull’attentato costringendo Vincenzo Scarantino ad autoaccusarsi e ad accusare sette persone innocenti della strage di via D’Amelio che costò la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Il processo per il depistaggio è iniziato nel novembre 2018, con quasi cento udienze. Al termine della requisitoria il procuratore capo di Caltanissetta Salvatore De Luca e i pubblici ministeri Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso avevano chiesto la condanna a 11 anni e 10 mesi per Mario Bo, 9 anni e 6 mesi ciascuno per Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Fra le parti civili nel processo la famiglia Borsellino (assistita dall’avvocato Fabio Trizzino), l’avvocato Rosalba Di Gregorio che rappresenta Gaetano Murana, l’ex netturbino in carcere per 17 anni da innocente, l’avvocato Giuseppe Scozzola, legale di Gaetano Scotto e l’avvocato Roberto Avellone in rappresentanza di alcuni familiari degli agenti di scorta.
(LaPresse)