Spadafora: “Noi pronti al dialogo. Calenda ha sbagliato con Letta”

Spadafora: "Noi pronti al dialogo. Calenda ha sbagliato con Letta"
Spadafora: "Noi pronti al dialogo. Calenda ha sbagliato con Letta"

NAPOLI (Mauro Mancuso) – Escludere oggi qualsiasi probabile alleanza futura è prematuro. E’ invece possibile prevedere che a causa dell’attuale legge elettorale è improbabile che una delle coalizioni ottenga il 51 per cento dei consensi alle Politiche del 25 settembre in modo da garantire un governo monocolore. Ma se, come sembra, sarà il centrodestra ad avere la meglio, il centrosinistra dovrà impegnarsi per evitare che vengano cancellati con un colpo di spugna i provvedimenti approvati negli ultimi anni. Un impegno che l’ex ministro, candidato a Napoli con Impegno Civico Vincenzo Spadafora attraverso le colonne di Cronache prende con gli elettori.

Onorevole, è candidato a Napoli in alleanza con il Pd e contro il M5S che non solo è stato il suo partito per molto tempo, ma è anche stato alleato del centrosinistra fino a qualche settimana fa. La fine dell’alleanza giallorossa è irreversibile o se ne può riparla repost voto?

Facendo cadere il governo insieme alla destra il Movimento 5 stelle si è assunto la responsabilità di rompere l’alleanza che stavamo portando avanti da anni, anche sui nostri territori. Ma soprattutto ha reso impossibile produrre quei provvedimenti di cui la gente aveva bisogno in questo periodo di crisi. Tutto questo solo per un calcolo elettorale.

Quanto la frammentazione del centrosinistra, che vede avversari anche Renzi e Calenda, rischia di penalizzarvi favorendo il centrodestra e quanto inciderà sul famoso ‘patto per Napoli’?

Una coalizione più ampia avrebbe di sicuro potuto rappresentare più sensibilità. Credo però che il voltafaccia di Calenda – poche ore dopo la stretta di mano con Letta – non sia stato apprezzato dagli stessi elettori di centrosinistra. Quanto questo possa favorire il centrodestra lo scopriremo solo dopo il voto.

Lei viene spesso descritto come un uomo di ‘mediazione’, considerata l’improbabilità di vittoria delle elezioni con il 51 per cento, servirà sedersi al tavolo con qualcuno dei vostri competitor. In caso di vittoria con chi crede possiate dialogare?

Penso sia piuttosto prematuro parlarne ora. Nella mia esperienza politica ho però riscontrato che solo attraverso il dialogo è possibile trovare le soluzioni per produrre i provvedimenti necessari al Paese. Stiamo affrontando una crisi terribile, andare allo scontro non servirebbe a nulla e sarebbe anche uno spettacolo indecoroso nei confronti dei nostri elettori.

In caso di sconfitta resterete saldamente all’opposizione?

Se gli italiani sceglieranno di far vincere la destra è giusto che siano loro a governare. Le decisioni del popolo vanno sempre rispettate. Di certo ci batteremo per impedire che smantellino tutti i provvedimenti ottenuti in questi anni di governo.

La Campania è la prima regione per numero di percettori del Reddito di cittadinanza. Una misura che non ha prodotto i risultati sperati sul piano occupazionale. Cosa risponde a chi forte di questo, come Salvini e Meloni, ne propone l’abolizione?

Il Reddito di cittadinanza è una misura voluta fortemente dai tanti parlamentari che oggi sono candidati con Impegno Civico. Pensare di eliminarlo vuol dire condannare nuovamente all’indigenza migliaia di famiglie. Si pensi a cosa sarebbe potuto succedere durante il Covid… È innegabile però che ci siano delle criticità e quindi vada migliorato. Dobbiamo intensificare i controlli contro i truffatori e soprattutto va trovato il giusto equilibrio tra domanda e offerta di lavoro, per agevolare le tante aziende sane del nostro territorio.

Lei è stato sottosegretario con delega alle Pari opportunità e ai giovani oltre che ministro per le Politiche giovanili e lo sport. In Italia, e la Campania non fa eccezione, i dati sui neet sono allarmanti, e il gender gap ben lontano dall’essere colmato. Perché pur essendo stati maggioranza di governo non siete riusciti a intervenire in maniera incisiva su questi temi?

Si tratta di problemi atavici che si procrastinano da decenni, pensare di risolverli in 4 anni, nel corso di una pandemia, in una legislatura che si è chiusa prima e in cui si sono alternati tre governi diversi sarebbe irrealistico. Nonostante ciò sono certo di aver fatto il possibile. Volendo operare una sintesi brevissima le faccio presente che, in merito al gender gap, grazie al mio impegno è iniziato il percorso del professionismo femminile, ora diventato realtà per il calcio. Ricordo le tante cose fatte per fornire – soprattutto ai giovani – maggiori opportunità, creando misure che prima non esistevano, come la carta giovani. E mi lasci sottolineare anche il lavoro fatto per dare dignità e diritti ai tanti collaboratori sportivi, una categoria di lavoratori che merita rispetto e che prima non veniva affatto riconosciuta. 

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