NAPOLI – Il ras Marco De Micco potrebbe tornare libero a breve e stravolgere gli equilibri criminali a Ponticelli. Di nuovo. Come già successo dopo l’arresto il 5 aprile. Vediamo perché. L’impianto accusatorio potrebbe crollare. La difesa ha chiesto l’incidente probatorio, per ascoltare l’unico testimone Giovanni Mignano, che (secondo la Procura) sarebbe stato convocato a casa del boss, per accertare chi avesse piazzato la bomba davanti alla palazzina. Gli inquirenti hanno rigettato l’istanza. E Mignano non sarà ascoltato. Almeno per ora. Ma lui sostiene che quel giorno non era nell’abitazione di De Micco: la voce captata dalle microspie della squadra mobile non è la sua. Si dice estraneo ai fatti. E sarebbe una novità nell’inchiesta. Se riuscisse a dimostrarlo, cadrebbe l’accusa per il ras dei ‘Bodo’. L’intera ordinanza cautelare si basa su quella ricostruzione. Secondo l’ordinanza cautelare, in quella circostanza, a casa di De Micco, fu individuato Carmine D’Onofrio,quale responsabile del raid dinamitardo e per questo motivo fu ucciso pochi giorni più tardi.
De Micco è difeso dagli avvocati Stefano Sorrentino e Saverio Senese. Secondo i legali, la testimonianza di Giovanni Mignano è rilevante, in quanto la gravità indiziaria dell’omicidio contestato a De Micco è principalmente basata sul presupposto, che Mignano la notte del 29 settembre 2021 era all’interno dell’abitazione del ras e qui sarebbe stato percosso e minacciato.
Va detto che la presenza di Mignano nell’appartamento di De Micco è stata ipotizzata attraverso l’intercettazione ambientale del 30 settembre 2021, in cui la polizia l’avrebbe identificato in quanto corrispondente al soggetto chiamato Giovanni. Ma Mignano ha spiegato che quella persona non è lui e ha fatto sapere di essere disponibile, per essere ascoltato. Ma anche per una perizia fonica, per dimostrare che quella voce non è la sua. La questione (anche processuale) è tutta qui. Mignano era oppure no nell’abitazione di Marco De Micco il 30 settembre 2021?.
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