De Luca-Emiliano, l’asse del Sud per scalare il Pd

Sostegno reciproco e rispunta il ‘segretario per il Mezzogiorno’

NAPOLI (Anastasia Leonardo) – Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, nasce l’asse degli outsider per la scalata al Pd. Il governatore campano ha trovato in quello pugliese una valida sponda per ritagliarsi maggiore spazio all’interno del partito che fino ad ora è riuscito a limitarne azioni e leadership alla sola Campania. Se Enrico Letta, dopo la batosta elettorale, non avesse annunciato i congressi a quest’ora, stando alle ipotesi che si avanzavano in casa dem prima delle Politiche, probabilmente si parlerebbe di un segretario piddino per il Mezzogiorno da ‘affiancare’ a quello nazionale. Non che l’ipotesi non sia più sul tavolo, è solo questione di tempo. De Luca lo sa ed è per questo che è disposto a ‘farsi da parte’ e assecondare la richiesta del gruppo di consiglieri regionali dem di non boicottarli presentando al congresso regionale qualcuno dei suoi fedelissimi. Il Pd campano dovrà essere guidato da un napoletano: questo il diktat dei consiglieri guidati dal trio Mario Casillo, Bruna Fiola e Massimiliano Manfredi. Se così non sarà, lo strappo tra governatore e gruppo regionale sarà inevitabile. Non che questo preoccupi il numero uno di palazzo Santa Lucia, forte della sua maggioranza ‘trasversale’ e della possibilità di allargarla ulteriormente con i tre consiglieri dimaiani ed ex grillini Valeria Ciarambino, Salvatore Aversano e Luigi Cirillo. Quello che interessa a De Luca è consolidare la propria leadership oltre i confini campani diventando punto di riferimento per i governatori meridionali e ‘segretario’ del Pd nel Mezzogiorno. Dopo i congressi, al di là di chi sarà il leader nazionale dopo Letta e al di là di quello che sarà l’esito dei congressi regionali e provinciali, c’è da avanzare la proposta di scegliere un leader per il Sud. Il manifesto deluchiano per il nuovo Pd è pronto da tempo ed è stato più volte raccontato e promosso dallo stesso presidente. Avere dalla sua parte Emiliano rafforza i suoi progetti considerato che Puglia e Campania sono le uniche regioni meridionali a guida democrat. Se poi, l’altro outsider Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, dovesse sciogliere le riserve, candidarsi come segretario nazionale e vincere, anche grazie al sostegno di De Luca ed Emiliano, il quadro sarebbe completo e l’asse tra governatori amplificherebbe la propria forza. Allo stesso tempo lo ‘sceriffo’ potrebbe ottenere un incarico di partito senza dover rinunciare all’idea di guidare la Campania ben oltre questa legislatura, puntando a fare approvare in consiglio regionale, la norma che gli consentirebbe di candidarsi alla presidenza della Regione per la terza volta consecutiva. Per farlo ha bisogno che la sua maggioranza resti compatta e che il gruppo dem non gli metta i bastoni tra le ruote. Rispettando l’accordo i dem regionali ‘piazzerebbero’ un proprio nome alla guida del Pd campano e anche napoletano, per contro il presidente otterrebbe il via libera al terzo mandato, la benedizione come leader piddino Mezzogiorno e l’asse con Emiliano, a cui potrebbe aggiungersi Bonaccini, gli consentirebbe di avere un alleato in più nella continua lotta a chi ha reso il Pd una forza politica perdente e nonostante tutto continua a pontificare sul futuro del partito inseguendo l’ambizione di guidarlo, o ricoprire incarichi dirigenziali importanti, dopo Letta.
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