Lavoro, Eurostat: “In Italia costa più di media Ue, nel 2020 29,7 euro all’ora”

Nel 2020, il costo orario medio del lavoro nell'UE era di 28,9 euro.

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse 04 aprile 2020 Roma (Italia) Cronaca Emergenza Covid 19, all’interno dell’azienda agricola della famiglia Della Porta vicino Roma si lavorano le colture stagionali, molte aziende sono state penalizzate dal blocco degli spostamenti per arginare la diffusione del coronavirus e la maggior parte dei braccianti agricoli che vengono dall’Asia non hanno avuto la possibilità di raggiungere i terreni per le raccolte stagionali Nella Foto : braccianti agricoli al lavoro nelle serre con le mascherine , per mantenere le distanze di sicurezza le file di raccolta vengono alternate Photo Cecilia Fabiano/LaPresse April 04 , 2020 Rome (Italy) News Covid 19 Emergency , seasonal agricultural harvest in Della Porta Family farm near Rome , many farms have been penalized by the lockdown imposed to stem the spread of coronavirus and most of the agricultural workers who come from Asia have not had the chance to reach the land for seasonal harvesting In the pic : agricultural workers in the greenhouses with safety facial masks, to keep the safety distances they work in alternated rows

Nel 2020, il costo orario medio del lavoro nell’UE era di 28,9 euro. L’Italia si piazza sopra tale cifra a 29,7 euro (in salita dai 28,8 del 2019), ma non è in cima alla classifica: nel 2020, i costi orari del lavoro più elevati tra gli Stati membri dell’UE, espressi in euro, sono stati registrati in Lussemburgo (47,7), Danimarca (45,7) e Belgio (40,5), e i più bassi in Bulgaria (6,6), Romania (8,2) e Ungheria (9,8). I livelli più alti registrati per il Lussemburgo sono stati 7,3 volte i più bassi registrati per la Bulgaria, mentre nel 2016 i livelli più alti registrati per la Danimarca sono stati 9,5 volte i più bassi (per la Bulgaria). A registrarlo è l’Eurostat, l’ente statistico europeo, che però sottolinea: le disparità sono notevolmente inferiori se il costo del lavoro viene commisurato alle differenze di prezzo tra i vari Paesi. Nel 2021, comunque, il dato italiano era calato a 29,3 euro per ogni ora di lavoro, comunque superiore al livello pre-Covid.

Il costo del lavoro, guardando sempre alla media Ue, sale nel settore economico ‘attività finanziarie e assicurative’, dove un’ora viene pagata il 70,4% in più, 49,2 euro, mentre per le attività è il 40,9% in meno, ovvero 17,1 euro. In media, i dipendenti a tempo pieno nell’UE sono stati pagati per 36,9 ore per settimana di calendario (vale a dire tutte le settimane dell’anno, inclusi ad esempio i periodi di ferie), mentre i part time sono stati pagati per 20,1 ore, circa il 55% dei lavoratori a tempo pieno. Il numero medio più elevato di ore settimanali retribuite per i dipendenti a tempo pieno è stato osservato in Slovenia (40,1 ore), seguita da Austria (40,0 ore) e Cechia (39,7 ore). Il numero medio settimanale di ore retribuite per i dipendenti a tempo pieno era inferiore alla media dell’UE in 12 Stati membri dell’UE, oscillando tra 34,0 ore retribuite in Belgio e 36,8 ore in Finlandia. L’Italia si ferma a circa 35 ore. Per quanto riguarda i part time il numero più alto di ore settimanali medie pagate è stato osservato in Austria (26,4 ore), seguita da Cipro (22,8 ore), Francia (22,3 ore) e Ungheria (22,2 ore). Il numero medio settimanale di ore pagate ai dipendenti a tempo parziale era inferiore alla media dell’UE in 13 Stati membri dell’UE, oscillando tra 13,4 ore settimanali pagate ai dipendenti a tempo parziale in Danimarca e Grecia e 19,8 ore in Belgio. Nel 2020, il 25,3 % di tutti i dipendenti lavorava a tempo parziale nell’UE e il 28,6 % nell’area dell’euro. Nell’UE, la quota più alta di lavoratori a tempo parziale è stata registrata nell’economia prevalentemente non commerciale (35,8 %) e la più bassa nell’edilizia (8,9 %). Guardando al dato italiano, il dato complessivo è del 20,7%: più di un dipendente su 5 nel nostro Paese dunque lavora part time.

Salari e stipendi, inclusi i contributi sociali a carico dei dipendenti, rappresentano la quota maggiore (75,6%) del costo totale del lavoro, seguiti dai contributi sociali pagati dai datori di lavoro (23,4%). La parte restante (1,0%) è assorbita dai costi di formazione professionale, altre spese e tasse al netto dei sussidi al lavoro. Nel 2020, la quota media di remunerazione diretta, bonus e indennità corrisposte in ciascun periodo di paga era del 59,0 % nell’UE e del 58,1 % nell’area dell’euro. La quota più alta è stata osservata a Malta (85,7%), seguita da Lituania (82,0%) e Romania (77,8%). Le quote più basse sono state osservate in Austria (49,2%), Cechia (53,3%), Italia (54,3%), Svezia (55,5%), Spagna (55,6%) e Paesi Bassi (55,7%). All’interno dei contributi sociali versati dai datori di lavoro, i contributi sociali effettivi dei datori di lavoro costituivano la componente principale (19,5% del costo totale del lavoro, a livello dell’UE). In quattro Stati membri dell’UE, quest’ultimo ha rappresentato più di un quarto del costo totale del lavoro: (25,2%) in repubblica Ceca; (25,4%) in Italia, (26,2%) in Slovacchia e (27,8%) in Svezia.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome