SESSA AURUNCA – Dall’Agro aversano fino a Roma per stringere nuovi affari: Casal di Principe e dintorni e l’area di Napoli Nord a Giosuè Fioretto, cognato di Anna Carrino (collaboratrice di giustizia ed ex compagna del boss Francesco Bidognetti), non bastavano più. Voleva ‘ingrandirsi’. E così avrebbe cercato di aiutare a distendere i tentacoli del clan, di cui ha fatto parte, anche sulla Capitale. Come? Prendendo contatti con la famiglia di Rififì, al secolo Mario Iovine (dal 2013 in carcere), storico esponente della cosca. E mentre i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta erano impegnati a monitorare proprio gli spostamenti di Fioretto, la loro attenzione è stata richiamata da alcuni incroci da lui avuti con due personaggi di Sessa Aurunca.
Gli incroci
Di chi si tratta? Uno è Antonio Francesco Gallinaro, avvocato 48enne, dal 2017 amministratore unico della Orma srl (con sede a Roma), impegnata nel settore della pulizia interna ed esterna di edifici e industrie. Il legale è stato anche socio della Mtg Consulting, ora inattiva, che fino al 2016 si è occupata di recupero crediti. L’altro è Luca Aprea, 54enne, originario di Giugliano in Campania, titolare dell’impresa Gos Security, che ha base a Sessa Aurunca. Cosa fa la Gos? Offre servizi di portierato, reception e guardiania.
Le intercettazioni
I militari, tenendo sotto controllo le utenze usate da Fioretto, hanno registrato numerose sue conversazioni avute proprio con Aprea. Ascoltando queste chiacchierate è emerso che il cognato della Carrino si era recato in più occasioni a Roma per curare affari nei quali sarebbe stato compartecipe Salvatore Iovine, fratello di Rififì. Uno di questi appuntamenti è stato seguito fisicamente dagli investigatori. E’ datato 22 novembre 2020. Fioretto si incontrò con Gallinaro prima presso l’area di servizio Casilina Est dell’autostrada A1 e da qui, insieme, raggiunsero il lido balneare ‘La Capannina da Pasquale’, che si trova sul lungomare Vespucci di Ostia, dove si stava festeggiando il compleanno del siciliano Francesco Mario Dimino. Spostamenti che avvennero durante il periodo di lockdown: la Campania, a causa dell’alto numero di contagi da Covid-19, era in zona rossa.
L’incontro
Nel ristorante del lido romano i militari documentarono l’incontro tra Fioretto, Gallinaro, Salvatore Iovine e Franco Dimino. La riunione sarebbe stata tesa a concretizzare un business che avevano già avviato nelle settimane precedenti. E a supporto di questa tesi i militari hanno ricordato pure la chiamata avvenuta tre giorni dopo quel summit in spiaggia che fece Aprea a Fioretto: nel corso della telefonata gli disse che Franco (Dimino,ndr) aveva organizzato un altro appuntamento per l’indomani, alle 10, in quanto ‘le carte’ erano state ultimate.
Per gli investigatori Aprea e Gallinaro avrebbero fatto da tramite tra Fioretto e il duo Dimino-Iovine.
Le indagini
La documentazione relativa alla riunione avvenuta ad Ostia nel 2020 è tra gli atti dell’indagine, coordinata dalla Dda di Napoli, che ha portato, a novembre scorso, all’arresto di Fioretto, accusato di associazione mafiosa, e di altri 36 indagati. Una complessa attività investigativa tesa a disarticolare la cosca Bidognetti, che, per gli inquirenti, negli ultimi anni sarebbe stata diretta da Gianluca (mentre era nel carcere di Terni), figlio di Cicciotto ‘e mezzanotte (proprio con il supporto di Fioretto), e del gruppo Schiavone, ora gestito, dice la Dda, da Giovanni Della Corte. Non sono coinvolti in questa indagine Gallinaro, Aprea, Dimino e gli Iovine (non destinatari di alcuna misura cautelare e da ritenere innocenti fino ad un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile).
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