CASTELVOLTURNO – Ammanettare chi chiede il pizzo e spaccia droga in nome del clan non basta: per riuscire a sradicare la mafia dal territorio è necessario individuare e colpire i business in cui investe i suoi guadagni. E seguendo questa strategia, avendo già identificato vertici, luogotenenti e soldati delle cosche, la Direzione distrettuale antimafia di Napoli adesso si sta dedicando proprio al settore finanze della criminalità organizzata: è al lavoro per scoprire e bloccare le nuove ‘lavatrici’ dei Casalesi. L’inchiesta è in corso, ormai, da diversi mesi e recentemente ha beneficiato di una forte accelerazione grazie alle collaborazioni con la giustizia di alcuni bidognettiani di spicco. Per ora i riflettori dei militari dell’Arma sono finiti su alcuni capannoni e su svariati negozi che animano la movida del Litorale. E tra questi c’è ‘Il Re delle Graffe’. L’attività, che ha sede a Castelvolturno, è gestita da Annalisa Carrano, detta Lulu, 31enne residente a Villaricca, e dal suo consorte, Alfredo Baldassarre, 39enne. Secondo i carabinieri, però, ‘Il Re delle Graffe’ sarebbe una società di cui Nicola Sergio Kader, 39enne castellano, si servirebbe per riciclare denaro sporco. Ma chi è Kader?
Ma Chi è Kader? Al momento è in cella cautelarmente con l’accusa di aver fatto parte della cosca Bidognetti con il ruolo di capozona del Litorale. Kader è anche il marito di Francesca Carrino, 41enne, imparentata con la più nota Anna (collaboratrice di giustizia), ex moglie del capoclan Cicciottotto ‘e mezzanotte, al secolo Francesco Bidognetti, e cugino di Annalisa Carrano.
Le intercettazioni telefoniche
A spingere i militari dell’Arma a ritenere che ‘Il Re della Graffe’ sia un’attività riconducibile a Kader, hanno contribuito alcune intercettazioni telefoniche, come quella intercorsa nel 2021 tra Baldassarre e un suo ex datore di lavoro di nome Giovanni: “Indipendentemente dal fatto che hai la società con tuo cognato… tu stai lavorando, tu dentro… Quindi – gli disse Giovanni – devi prendere la paga settimanale tu e Annalisa”. E Baldassarre confermò: “Eh… sì. […] Io mi prendo la paga settimanale, poi… con lui (Kader, ndr) devo dividere a fine mese, a fine anno? Come consiglio…”. E l’interlocutore gli suggerì di spartire a fine mese.
Il collaboratore di giustizia
Intercettazioni a parte, a sostenere che il locale ‘Re delle Graffe’ sia riconducibile al ras dei Bidognetti è stato anche Vincenzo D’Angelo, marito di Teresa Bidognetti, figlia del capoclan Cicciotto e mezzanotte e, dallo scorso dicembre, collaboratore di giustizia. D’Angelo, alias Biscottino, prima del suo arresto, era seduto al vertice della cupola facendo da tramite tra Gianluca Bidognetti (investito dal padre del ruolo di nuovo leader del clan), quando era in cella a Terni, e gli altri affiliati che circolavano liberamente sul territorio. Al pubblico ministero Maurizio Giordano, nel parlare delle persone che, lo scorso novembre, sono state coinvolte con lui nel blitz coordinato dalla Dda teso a smantellare le nuove strutture dei Casalesi, D’Angelo si è concentrato anche su Annalisa Carrano: “È la cugina di mia moglie Teresa. Gestisce insieme al marito, Alfredo Baldassarre, il negozio ‘Il Re delle Graffe’ per conto di Nicola Kader, reale proprietario”.
Il racconto di D’Angelo
E proprio Kader, per D’Angelo, ha avuto un ruolo di grande rilievo nella cosca: “È stato il referente e capozona dei Bidognetti su Castelvolturno, Ischitella e Pescopagano. Realizza estorsioni e usura”. Baldassarre non è coinvolto nell’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha portato a processo (prende il via a giugno) D’Angelo, Kader e altri 37 imputati. Quell’inchiesta, invece, ha tirato in ballo la moglie Annalisa: alla giovane viene contestata l’ipotesi di ricettazione. Lei e Francesca Carrino avrebbero ricevuto somme di denaro provento di attività estorsive o di cessione di droga di cui era autore, dice l’accusa, proprio Kader. Coinvolgimento o meno nell’inchiesta, Baldassarre, la consorte, Kader e gli altri personaggi citati sono da considerare tutti innocenti fino ad un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. In merito a ‘Il Re delle Graffe’, il locale, per quanto a nostra conoscenza, non è stato interessato da alcun provvedimento dell’autorità giudiziaria e il suo presunto legame con la cosca Bidognetti rappresenta solo un’ipotesi investigativa ancora al vaglio degli inquirenti.
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