I camion della ditta rifiuti incendiati su ordine del clan Bidognetti

Lanza: il raid per far comprendere al titolare che doveva pagare il pizzo a noi dei Bidognetti e non agli Zagaria

CASAL DI PRINCIPE – Dalla raccolta porta a porta dei rifiuti fino al loro smaltimento: non c’è tappa di questa filiera su cui le mafie non hanno disteso i loro tentacoli. Come? A volte assumendo il controllo diretto delle imprese attive nel mondo dell’igiene urbana, altre limitandosi a taglieggiare le ditte che si aggiudicavano gli appalti. E rientra in quest’ultima casistica la storia raccontata da Antonio Lanza, ex capozona per conto del clan dei Casalesi sui territori di Lusciano e Parete e da febbraio collaboratore di giustizia.
Il neo pentito ha dato informazioni al pubblico ministero Maurizio Giordano della Dda di Napoli sull’estorsione che in nome dei Bidognetti i ras Francesco Sagliano e Francesco Barbato avrebbero consumato nel 2020 ai danni della Ecoce, società che si occupava della raccolta rifiuti a Lusciano, Parete e Castelvolturno: “Si tenne una riunione presso il ristorante La Contessa alla quale partecipammo io, Giousuè Fioretto, Nicola Garofalo detto Badoglio, Clemente Tesone, Luigi Mandato e Giuseppe Granata. In questo incontro – ha dichiarato Lanza -, Granata ci riferì che i soldi delle estorsioni alla Ecoce non stavano più pervenendo a noi dei Bidognetti, in quanto Barbato, che conosco benissimo per essere stato vicino a Lorenzo Ventre e a me almeno dal 2007, aveva rovinato tutto realizzando in prima persona delle estorsioni nei confronti di questa ditta trattenendosi”.
Il pentito ha collocato il summit presso il ristorante La Contessa verso la fine del 2020. “Compreso il problema che aveva causato Barbato – ha proseguito – qualche tempo dopo la riunione, venni a sapere da Garofalo e da Nicola Kader che erano stati da loro ad ordinare l’incendio di alcuni camion della Ecoce allo scopo di far comprendere alla ditta che i ratei estorsivi dovevano essere versati direttamente a noi in quanto avevamo il sospetto che Giuseppe Granata stesse introitando i ratei estorsivi per conto degli Zagaria”.
Le dichiarazioni di Lanza sono confluite nel processo a carico di 39 imputati (raggiunti da decreto di giudizio immediato), che prenderà il via ad inizio giugno. Ad innescarlo è stata l’indagine, condotta dai carabinieri di Caserta e di Aversa, tesa a colpire le attività illecite portate avanti dai Casalesi. L’attività investigativa ha tracciato anche le nuove strutture della cosca Bidognetti, diretta da Gianluca Bidognetti, figlio del capcolan Cicciotto ‘e mezzanotte, e di quella Schiavone, gestita da Giovanni Della Corte.

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