Appalti truccati nei Comuni di Caserta e San Nicola, 9 misure cautelari e 14 indagati a piede libero. Tutti i nomi

Il blitz dei carabinieri. Ad innescarlo l'indagine della Procura di S. Maria Capua Vetere

In alto da sinistra Antonio Megaro, Giuseppe Fazzone, Francesco Cerreto, Gaetano Mastroianni, e Michele Amato. In basso da sinistra Raffaele Antonucci, Francesco Biondi, Giulio Biondi, Giulio Fappiano e Michele Iannucci.
In alto da sinistra Antonio Megaro, Giuseppe Fazzone, Francesco Cerreto, Gaetano Mastroianni, e Michele Amato. In basso da sinistra Raffaele Antonucci, Francesco Biondi, Giulio Biondi, Giulio Fappiano e Michele Iannucci.

CASERTA – Cinque indagati ai domiciliari e per quattro è scattato l’obbligo di dimora: sono le cifre dell’indagine dei carabinieri che ha puntato a disarticolare un sistema che sarebbe stato in grado di manipolare le gare d’appalto per il verde pubblico nei Comuni di Caserta e di San Nicola La Strada. Il giudice Alessia Stadio ha disposto gli arresti domiciliari per Raffaele Antonucci, 59enne di Sant’Agata de’ Goti, proprietario della Antonucci Garden, Giuseppe Fazzone, imprenditore 54enne di San Nicola la Strada, Francesco Cerreto, 57enne di Caserta, patron della ditta Opera, Francesco Biondi, 62enne, fino a pochi giorni fa responsabile del settore Urbanistica e Lavori Pubblici a Caserta, e Michele Amato, 60enne di San Marco Evangelista, dipendente del Comune di Caserta, in servizio presso il settore Programmazione Urbanistica e Lavori Pubblici.

Obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria, invece, per Giulio Biondi, fratello di Francesco, 66enne, ex responsabile dell’area Tecnica del Municipio di San Nicola, Domenico Natale, 33enne, titolare della ditta ‘Un Seme per la Vita’, Giuseppe Cerullo, 56enne di Macerata Campania, amministratore della Centro Servizi, e Gianni Andrea Mingione, 45enne di Caserta, rappresentante legale della Euro Green. Le misure, eseguite questa mattina dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, sono state decise a seguito dell’interrogatorio preventivo che gli indagati avevano affrontato proprio con il giudice Stadio (con la nuova riforma voluta dal ministro Carlo Nordio, per determinati reati, il gip è chiamato a confrontarsi con i destinatari della proposta di misura cautelare che propone la Procura). Dai risultati di questi interrogatori, il giudice ha deciso di non accogliere la richiesta di provvedimenti restrittivi per Gaetano Mastroianni, 56enne, già assessore di San Nicola La Strada, Giovanni Mastroianni, 64enne di San Marco Evangelista, Brigida Napoleone, 66enne di Caserta, entrambi in servizio presso l’area Tecnica del Municipio di San Nicola, Francesco Zoleo, 57enne di Portici, geometra del Comune di San Nicola, e Pasquale Viscusi, 50enne, amministratore unico dell’Antonucci Garden, difeso dall’avvocato Mirko Del Giudice.

I cinque sono indagati a piede libero, come lo sono Beniamino Bernardo, 42enne di Caserta, dipendente dell’Anda Servizi Globali, Carmine Del Prete, 32enne di Marcianise, guida, fino al 2021, della Cor.Res Costruzioni e Restauri, Antonio Di Rubba, 46enne di Vitulazio, amministratore della Di Rubba Costruzioni, Giulio Fappiano, 56enne di Alife, proprietario della Consultrategy, Francesco Galileo, 50enne di Caserta, titolare della F.G. Costruzioni, Michele Iannucci, 57enne di San Nicola la Strada, Vincenzo Massaro, 55enne di Caserta, titolare della Coprofin, Antonio Megaro, 63enne, già assessore e vicesindaco di San Nicola, e Marianna Sepe, 48enne di Carinaro.

Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, falso in atti pubblici e turbata libertà degli incanti. Il lavoro dei militari dell’Arma del Nucleo Investigativo di Caserta, coordinati dal pm Anna Ida Capone e dal procuratore Pierpaolo Bruni, ha consentito di far emergere – nella fase delle indagini preliminari – un quadro associativo secondo il quale alcuni degli indagati avrebbero creato un “accordo-cartello” di imprese che, con la complicità di pubblici ufficiali dei due Comuni, avrebbero alterato o turbato il normale e lecito andamento delle aggiudicazioni di lavori pubblici, prettamente per la cura del verde, in entrambi i Comuni, per un importo complessivo stimato in oltre 500 mila euro. L’attività dei carabinieri, diretti dal colonnello Manuel Scarso, comandante provinciale, avrebbe portato a disvelare, dice l’accusa, un vero e proprio fraudolento “sistema gare”, consistente nella scelta “ad hoc” delle ditte da invitare (tutte facenti parte del “cartello”) – con la classica tecnica dell’invito a partecipare rivolto a consapevoli ditte “spalla” – ciascuna già consapevole del proprio “turno” di aggiudicazione, in base al quale, pertanto, nelle procedure per le quali non erano interessate omettevano di presentare l’offerta, oppure la presentavano con minore ribasso, così da risultare economicamente svantaggiosa rispetto a quella che, preordinatamente, si era deciso dovesse aggiudicarsi la gara.

Nel collegio difensivo, gli avvocati Giuseppe Stellato, Giovanni Cantelli, Vincenzo Iorio, Gennaro Iannotti e Nello Sgambato.

Gli indagati sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

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