di Sergio Olmo
CASERTA – Ci saranno anche gli allevatori bufalini casertani al fianco del Copai, il Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani, che questa mattina, in tutta Italia si mobiliteranno con manifestazioni e cortei di trattori per chiedere a gran voce lo stato di crisi e, pertanto, misure straordinarie alle istituzioni romane e regionali.
Ad annunciarlo, ieri, l’Associazione Tutela Bufala Mediterranea che insieme al movimento “Salviamo le Bufale” hanno dato appuntamento agli allevatori di Terra di lavoro a Casal di Principe dove, inorno alle 10,00, sarà costituito un presidio permanente.
Il messaggio, assicurano gli allevatori del movimento preoccupati per la gravissima crisi che ha investito il settore bufalino, evidentemente a causa delle politiche regionali, sarà chiarissimo: subito misure straordinarie.
Sul tappeto, due i temi caldi, legati a doppio filo tra loro.
Il primo, il crollo del prezzo del latte alla stalla imposto dai grandi caseifici del territorio e non agli allevatori già sfiacchiti dalle disastrose politiche degli abbattimenti voluti dal governatore campano Vincenzo De Luca e dal direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Portici Antonio Limone per debellare brucellosi e tubercolosi nel Casertano: oltre 140 mila capi bufalini abbattuti in circa dieci anni nel solo Casertano per sospetta infezione quasi mai confermata all’esito delle indagini post mortem. Una mattanza apparsa subito ingiustificata, sulla quale si sarebbero innestati non pochi interessi delle multinazionali delle carni e del latte.
Il secondo, la tracciabilità o, meglio, l’assenza di un rigoroso sistema di tracciabilità del latte alla stalla come alla trasformazione, che consente di fatto mano libera a speculazioni criminali e frodi, come pure dimostrato in diverse occasioni dalle inchieste dei Carabinieri del Nas.
Un sistema di monitoraggio e sorveglianza a tutti i livelli, dalla stalla al caseificio, fino alla tavola, chiesto a gran voce dagli allevatori, ma mai messo in campo. Neppure di fronte a norme regionali precise, puntualmente ignorate dalle autorità competenti, Regione, Istituto Zooprofilattico e Asl.
In gioco l’eccellenza delle eccellenze casertane, la mozzarella di bufala campana Dop che almeno su questi temi, non ha visto un adeguato intervento di chi dovrebbe tutelarla: il Consorzio di Tutela.
Temi, questi, che vanno dunque ad aggiungersi a quelli che la Copai solleverà nella giornata di oggi in tutto il Paese manifestando nelle piazze, portando in strada i trattori, come ad Avellino, per ricordare alle istituzioni i gravissimi rischi per l’agricoltura e la zootecnia italiana corrono senza la dichiarazione dello stato di crisi e l’attivazione di un sostanzioso fondo nazionale, e la deroga alle norme europee che in qualche modo impediscono, soprattutto in costanza della crisi energetica, qualsiasi possibilità di ripresa del settore.
Dopo l’ultimo incontro svoltosi a Napoli con il commissario nazionale per l’eradicazione della brucellosi Nicola D’Alterio, il leader dell‘Associazione tutela bufala mediterranea, Adriano Noviello, ricorda di essere ancora in attesa di risposte. “Soprattutto in tema di latte, non si può più aspettare” sottolinea Noviello.
Sulla vertenza latte è tornata intanto ieri anche la consigliera regionale indipendente Maria Muscarà. “Il vero nodo – sottolinea Muscarà – è la tracciabilità del latte di bufala mediterranea, un monitoraggio capillare e rigoroso che non lasci lo spazio neppure di un millimetro alle frodi dilaganti. La prima cosa che serve è che l’Icqrf, cioè l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del ministero dell’agricoltura, deve attivare un Piano triennale di controllo nazionale applicando semplicemente il Regolamento europeo 625 del 2017, per la verifica ed il controllo incrociato tra il latte e le cagliate di latte di bufala prodotto e/o introdotto in Italia, e la produzione della mozzarella di bufala campana DOP e la mozzarella di latte di bufala generica prodotta”.
“E’ chiaro – aggiunge – che per l’attuazione del Piano servono controlli improvvisi, incrociati periodici ed a cadenza quindicinale da parte dell’ispettorato stesso. Dove? Intanto presso tutte le strutture frigo censite in Italia per lo stoccaggio del latte e delle cagliate di Latte Bufalino. Poi presso tutte le stalle di produzione di latte di bufala mediterranea italiana, quindi presso tutti i raccoglitori e trasportatori e tutti i caseifici che ritirano il latte di bufala italiana. Infine, ovviamente, su tutti i prodotti derivati dal latte di bufala durante le fasi di produzione e commercializzazione”. “E vediamo – prosegue – se i conti tornano”-
Ma la consigliera chiede una revisione anche del decreto del ministero dell’agricoltura che disciplina l’inserimento dei dati di produzione del latte. “L’immissione dei dati delle produzioni nella Banca Dati Nazionale dell’anagrafe nazionale zootecnica, la Bdn, opportunamente modificata all’uopo con sistema di catena dei blocchi (block-chain), deve essere eseguita direttamene dai titolari degli stabilimenti zootecnici e di quelli di trasformazione. Ed è chiaro il perché”. “Resta fermo e fondamentale -– conclude Muscarà – che l’autorità territorialmente competente ai controlli ufficiali dei prodotti di origine animale deve assicurare una rigorosa e costante vigilanza sulla tracciabilità del latte e dei prodotti di trasformazione, nell’ambito dei controlli igienico-sanitari della filiera di propria competenza”.
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