“Certificati di morte senza la visita a domicilio”: l’intercettazione nell’indagine sulle mazzette all’Asl

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NAPOLI – Secondo la ricostruzione della Procura, venivano rilasciate anche certificazioni mediche con false patologie, permettendo ai cittadini di ottenere indebitamente il contrassegno per il parcheggio dei veicoli per disabili. Le indagini hanno raccolto indizi pure sulle condotte di imprenditori funebri, che avrebbero pagato denaro poi addebitato ai clienti, per ottenere dai medici legali del Distretto Sanitario 24 certificati necroscopici senza la visita domiciliare. Tra gli arrestati ci sono imprenditori funebri conosciuti e di ditte note, come Gennaro Tammaro e Mario Bellomunno (CLICCA QUI PER LEGGERE TUTTI GLI ARRESTI). Secondo la ricostruzione degli investigatori e stando alle intercettazioni ambientali negli uffici del Distretto Sanitario 24, “i medici redigevano i certificati nei loro uffici, dove i referenti delle pompe funebri consegnavano la documentazione necessaria, ricevendo poi i certificati falsi firmati”.

Non è tutto. Gli accertamenti dei NAS di Napoli hanno evidenziato indizi anche sulle condotte dei dipendenti comunali, che avrebbero svolto un ruolo cruciale nell’organizzazione criminale. Previo pagamento o altri benefici, avrebbero rilasciato autorizzazioni irregolari, avrebbero omesso controlli, divulgato in alcuni casi informazioni riservate (spesso avvisando gli impresari funebri di indagini a loro carico) e adottavano misure per inquinare le prove e reiterare i reati, falsificando documenti relativi alle autorizzazioni alla cremazione. Le indagini dei carabinieri del Nas di Napoli proseguono tuttora.

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