Movida S. Maria C.V., gli esercenti: “Serve collaborazione. Non criminalizzare i bar”

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Bruno Zarzaca e Vincenzo Moronese

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Non solo repressione, ma collaborazione con gli esercenti per una movida più sicura. Con l’arrivo della buona stagione e l’entrata in vigore della Ztl estiva si ripropongono le questioni legate alla vita notturna. Per Bruno Zarzaca di Amico Bio, ristorante situato nella zona nevralgica dell’Anfiteatro, “Santa Maria Capua Vetere non ha problemi diversi dalle altre città, riassumibili nel rapporto fra territorio e attività commerciali, soprattutto quelle che lavorano di sera. Il buon senso è l’unica regola che aiuta. La colpa dei problemi non è dei bar, se i ragazzi si azzuffano è per questioni irrisolte di ben altra natura e che coinvolgono anzitutto famiglie e scuola. Se un 16enne gira con la bottiglia di alcool in mano, criminalizzare i bar è sbagliato e riempire le città di divieti anche. E’ stato appena approvato l’ennesimo pacchetto sicurezza, introducendo ancora più norme di rischia di arrivare a livelli di Stato sudamericano e lo dico senza polemica”.

“Le istituzioni non dialogano con gli esercenti – dichiara da parte sua Vincenzo Moronese, titolare del Carpe Diem (con doppia sede a Curti e al confine con San Prisco) e di un bar in zona movida – ma impongono solo restrizioni. Ho amici ristoratori che lavorano ad Aversa e lì è diverso: Santa Maria è ormai una zona morta. Nella città normanna si cerca di creare qualcosa, da noi si pensa solo a reprimere e non si concordano iniziative con gli esercenti. Il Comune favorisce la movida solo in alcune zone dove ritiene che vada fatta”.

Secondo Francesco Ferrara del Gran caffè Garibaldi, “in realtà a Santa Maria Capua Vetere non c’è più questa grande movida, la gente si sposta a Caserta e a Napoli. Sicuramente un maggior controllo sul territorio, con il presidio dei luoghi più sensibili, favorirebbe comportamenti più consoni delle persone. Al centro storico, comunque, non abbiamo problemi di movida violenta”.

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