ISCHIA – Arresti domiciliari per l’armatore Angelo Marrazzo. Una maxi inchiesta della Dda ha portato al blitz ieri mattina di polizia e Guardia costiera. E’ stata sequestrata la nave Giuseppina Prima, appartenente alla compagnia di navigazione Traspemar. L’imbarcazione era attraccata al porto. La ‘Giuseppina Prima’ è abitualmente impiegata per il trasporto marittimo dei rifiuti da Ischia e Procida verso la terraferma. Angelo Marrazzo è stato fermato in un’operazione congiunta della Sezione Investigativa di Napoli del Servizio Centrale Operativo e del commissariato di Ischia. L’accusa contestata è estorsione e concorrenza illecita aggravata dalle modalità mafiose. E’ difeso dall’avvocato Michele Di Fraia del foro di Santa Maria Capua Vetere e va detto che al momento sono contestazioni ed è da ritenere innocente fino a una eventuale sentenza definitiva.
“L’indagato – si legge in una nota del procuratore Nicola Gratteri e del procuratore aggiunto Sergio Ferrigno – in qualità di gestore di fatto della società di navigazione e, specificamente, dell’attività di trasporto di rifiuti speciali dall’isola di Ischia alla terraferma, avrebbe intimato a un imprenditore di utilizzare esclusivamente i traghetti della sua compagnia di navigazione, minacciando, in caso contrario, di fargli sequestrare i camion e di fargli applicare sanzioni amministrative, in modo da bloccare la sua attività imprenditoriale”. Non solo. Secondo la polizia si sarebbe reso protagonista anche di concorrenza illecita ai danni di altre compagnie di navigazione, che svolgevano la stessa attività. I reati ipotizzati, e cioè estorsione e illecita concorrenza con minaccia e violenza, vengono contestati con l’aggravante mafiosa poiché Marrazzo “si sarebbe avvalso della forza di intimidazione derivata dall’evocata appartenenza a sodalizi di natura camorristica, in quanto si sarebbe presentato quale referente del clan Moccia sull’isola di Ischia”. Oltre all’arresto è stato disposto anche il sequestro preventivo delle due motonavi della compagnia di navigazione riconducibile all’indagato.