Strage alla stazione di Bologna, la Mambro: Falcone non credeva nella ‘pista nera’

Il giudice avrebbe interrogato l'ex Nar su 'fatti di Palermo'

Foto LaPresse - Rodolfo Giuliani23/05/18 Bologna (Italia)CronacaTribunale penale di Bologna, udienza per il processo a Gilberto Cavallini per la strage di Bologna del 02 agosto 1980Nella Foto: FRANCESCA MABROPhoto LaPresse - Rodolfo Giuliani23 may 2018, Bologna (Italy)Court house of Bologna, process to Gilberto Cavallini for the massacre of the train station of Bologna 02 august 1980.In the pic: FRANCESCA MAMBRO Foto LaPresse - Rodolfo Giuliani 23/05/18 Bologna (Italia) Cronaca Tribunale penale di Bologna, udienza per il processo a Gilberto Cavallini per la strage di Bologna del 02 agosto 1980 Nella Foto: FRANCESCA MABRO Photo LaPresse - Rodolfo Giuliani 23 may 2018, Bologna (Italy) Court house of Bologna, process to Gilberto Cavallini for the massacre of the train station of Bologna 02 august 1980. In the pic: FRANCESCA MAMBRO

BOLOGNA (Giuseppe Tallino) – Era il tempo delle bombe. Era il 1980. Sono trascorsi 38 anni, ma i processi su quella pagina buia continuano. Oggi Francesca Mambro ha testimoniato in udienza nell’iter giudiziario a carico di Gilberto Cavallini. L’ex Nar è accusato di concorso nella strage alla stazione di Bologna.

L’accusa

Cavallini, secondo la Procura di Bologna, è accusato di aver fornito supporto logistico agli attentatori. L’imputato, sostiene la Procura, già nel 1976 avrebbe compiuto una scelta eversiva e fascista. Gli inquirenti nella richiesta di rinvio a giudizio, avevano evidenziato, infatti, l’adesione di Cavallini al Nar, lo stesso gruppo di cui ha fatto parte la Mambro.

La testimonianza

Ieri in udienza è stato il turno di Francesca Mambro, già condannata in via definitiva per le morti alla stazioni.  L’ex Nar ha sostenuto che Giovanni Falcone non credeva nella ‘pista nera’: per il giudice siciliano, ha affermato la teste, non sarebbero stati i terroristi ‘neofascistii’ a mettere la bomba alla stazione. La Mambro, rispondendo alle domande dei pm Antonello Guastapane, Antonella Scandellari ed Enrico Cieri, si è professata innocente. La terrorista ha raccontato di essere stata interrogata proprio da Falcone su fatti riguardavano Palermo. Per tale ragione non gli avrebbe detto all’epoca la sua presunta presenza a Padova quando deflagrò l’ordigno nel capoluogo dell’Emilia Romagna. La donna ha sostenuto anche che il verdetto di colpevolezza emesso a suo carico sarebbe stato “il frutto di un depistaggio”.

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