Teatro, dopo tutto esaurito torna al Piccolo ‘Elvira’ con Toni Servillo

Dopo il tutto esaurito in via Rovello nell'autunno 2016 e una tournée italiana e internazionale salutata da un successo straordinario. La prima tappa è stata a Parigi, al Théâtre de l'Athénée, intitolato a Louis Jouvet, torna a Milano al Teatro Grassi Elvira.

Foto: G.R.M./LaPresse
Milano, 22 lug. (LaPresse) – Dopo il tutto esaurito in via Rovello nell’autunno 2016 e una tournée italiana e internazionale salutata da un successo straordinario. La prima tappa è stata a Parigi, al Théâtre de l’Athénée, intitolato a Louis Jouvet, torna a Milano al Teatro Grassi Elvira. Lo spettacolo che Toni Servillo ha tratto dalle sette lezioni che il grande attore francese tenne al Conservatoire National d’Art dramatique di Parigi, nei mesi dell’occupazione nazista. Sul palcoscenico di un teatro chiuso, maestro e allievi lavorano appassionatamente su un classico del teatro, il Don Giovanni di Molière. Vanno in cerca della verità dell’interpretazione, ci accompagnano alla scoperta del mondo misterioso della recitazione e delle prove, fino all’istante in cui l’attore comprende di essere arrivato al cuore del suo personaggio. Di averlo compreso e di poterlo restituire con autenticità. Oggetto dell’esercitazione è la seconda scena di Elvira, il momento in cui l’infelice innamorata del grande seduttore giunge in scena e lo implora di pentirsi, perché solo così avrà salva l’anima.

lo spettacolo

Toni Servillo e Petra Valentini, nei ruoli di Jouvet e di Claudia, l’allieva di maggiore talento  che fu costretta ad abbandonare le scene perché ebrea. Qui i due danno prova di cosa significhi praticare il mestiere dell’attore ossia provare “una passione divorante che è quella di togliere il ‘sé’ per mettersi totalmente a disposizione dell’avventura teatrale. La poesia di questo grande uomo consiste nel sottolineare l’eterno motivo legato al teatro. Il luogo in cui ci si perde per ritrovarsi”. L’avventura della creazione teatrale, nel contesto tragico di un paese in guerra, si trasforma in un messaggio di speranza. Inoltre diventa una forma di vitale resistenza dell’umanità di fronte all’orrore incombente.

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