Biennale di Venezia, la ‘maratona del bacio’ chiude il Festival internazionale del teatro

Kiss me, una 'maratona del bacio' nata dalle masterclass di Biennale College-Teatro, conclude domenica 5 agosto il 46esimo Festival internazionale del teatro

Venezia dice basta ai take away
Foto Ferdinando Russo - LaPresse

VENEZIA (LaPresse) – Biennale di Venezia, la ‘maratona del bacio’ chiude il Festival internazionale del teatro. Kiss me, una ‘maratona del bacio’ nata dalle masterclass di Biennale College-Teatro, conclude domenica 5 agosto il 46esimo Festival internazionale del teatro. Diretto da Antonio Latella e organizzato dalla Biennale di Venezia. Nel corso della kermesse, dal 23 luglio al 4 agosto, si sono svolti laboratori di drammaturgia. Ma anche regia, recitazione, fotografia e arte performativa. Tenuti da Roberto Latini, Silvia Calderoni, Gisèle Vienne, Guido Mencari, Jakop Ahlbom, Vincent Thommaset, Francesco Manetti e Alessio Maria Romano, Antonio Rezza e Flavia Mastrella. Il direttore Antonio Latella ha proposto loro un tema, il bacio, attorno a cui lavorare insieme ai 152 giovani artisti selezionati. Con un bando internazionale tra oltre 1000 richieste arrivate da 30 Paesi.

Biennale di Venezia, l’idea di bacio del regista Jakop Ahlbom

Il regista Jakop Ahlbom si è chiesto se fosse diverso baciarsi nel 1920 rispetto al 1960 o al 1980. L’attrice Silvia Calderoni dei Motus, in collaborazione con Ilenia Caleo, ha condotto uno studio sul famoso film del 1964 di Andy Warhol. Kiss, che con effetto dirompente rompeva le regole hollywoodiane sulla durata dei baci sullo schermo. Chiedendosi se oggi un bacio possa avere la stessa forza, se un’azione possa ancora essere un manifesto. Le drammaturghe e scrittrici Linda Dalisi e Letizia Russo si ispirano a uno dei baci più famosi della storia, il bacio di Giuda. Per indagare la natura apparente e profonda di un gesto che forse nasconde qualcosa di diverso da un semplice tradimento. L’attore e regista Roberto Latini mette in campo il linguaggio giocando sulle rime – baciata, alternata, incrociata, incatenata, equivoca -, pensando al bacio come gesto del testo, della parola.

Le idee di Manetti e Romano

L’attore, trainer e regista Francesco Manetti e Alessio Maria Romano hanno trovato il loro punto di partenza nel successo popolare di Straziami, ma di baci saziami, ovvero Creola di Ripp. Il fotografo Guido Mencari partendo dal bacio ha riflettuto sull’approccio alla narrazione visiva. Soprattutto la narrazione del simbolico e la rappresentazione del teatro e del suo linguaggio iconico.

I performer e artisti Antonio Rezza e Flavia Mastrella hanno affrontato il senso del bacio con quello del passante in transito per le vie di Venezia. Il coreografo e regista Vincent Thomasset ha utilizzato il tema per esplorare com’è possibile entrare in contatto l’uno con l’altro. Sempre interrogando la nozione di libero arbitrio. E le condizioni necessarie per esercitarlo. Infine, Gisèle Vienne, regista, coreografa, burattinaia, aiutata da Anja Röttgerkamp e Núria Guiu Sagarra, è partita dai suoi ultimi lavori per il teatro, ispirati alle tecniche del cinema e del montaggio video, regole di scrittura e di improvvisazione con cui ha esplorato il tema del bacio.

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