Decreto sicurezza, arriva l’ok dal Consiglio dei Ministri. Salvini esulta. Ora la palla passa a Mattarella

Approvato all'unanimità dal Consiglio dei Ministri il decreto legge unico su sicurezza e immigrazione voluto da Salvini. Ora il testo passerà al Quirinale per la firma, ma ci sono alcuni dubbi sulla costituzionalità di parte delle misure previste per l'immigrazione

Foto Palazzo Chigi/Filippo Attili/LaPresse 11-09-2018 Roma, Italia PoliticaConferenza Stampa dopo CDMNella Foto: Giuseppe Conte con Matteo SalviniDISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE - Obbligatorio citare la fonte LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili

ROMA – Passa il Decreto legge ‘Sicurezza’. Dopo le polemiche è arrivato l’ok in Consiglio dei ministri. Il governo approva il provvedimento unico voluto da Matteo Salvini che accorpa ‘sicurezza’ e ‘immigrazione’.

Il ministro degli Interni ha lavorato per settimane al documento cercando di fugare i dubbi di costituzionalità che avevano evidenziato le opposizioni. Alcuni elementi da vagliare con più attenzione, però, permangono ancora. “Rispetto alla formulazione ordinaria – ha spiegato Giuseppe Conte abbiamo unificato in un’unica struttura normativa, più funzionale in ragione delle complementarietà delle materie trattate, i testi su migranti e sicurezza. In un quadro di assoluta garanzia dei diritti delle persone e dei trattati, andiamo ad operare una revisione per un disciplina più efficace“.

La palla passa a Mattarella

Superato il primo check, adesso tocca al Colle. Sarà il presidente della Repubblica a visionarlo prima di dare l’ok alla pubblicato in Gazzetta Ufficiale. “L’obiettivo – ha aggiunto Conte, – è riorganizzare l’intero sistema di riconoscimento della protezione internazionale così da adeguarla agli standard europei. Ci siamo accorti che c’erano disallineamenti significativi rispetto ad altri Stati membri”. “C’è stata una interlocuzione. Non dico che Mattarella abbia approvato eccetera, non sarebbe rispettoso del galateo istituzionale. Il Presidente avrà tutto l’agio di fare eventuali rilievi se lo ritiene opportuno”.

Salvini esulta: “Decreto sicurezza approvato all’unanimità”

“Decreto sicurezza, il Consiglio dei Ministri approva all’unanimità! Sono felice. Un passo in avanti per rendere l’Italia più sicura”, Salvini ha affidato ai social il compito di informare cittadini ed elettori. Il decreto, ha aggiunto, serve a “combattere con più forza mafiosi e scafisti, per ridurre i costi di un’immigrazione esagerata, per espellere più velocemente delinquenti e finti profughi, per togliere la cittadinanza ai terroristi, per dare più poteri alle Forze dell’Ordine. Dalle parole ai fatti, io vado avanti!”.

“Togliere la cittadinanza a chi è stato condannato per reati di terrorismo è assoluto buon senso”, ha chiarito invece il leader leghista in conferenza stampa. “Per i richiedenti asilo, invece, lo stop alla domanda si avrà in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado. Questa è stata una delle mediazioni aggiunti e suggerite”. Parole chiare quelle di Salvini, che non parla affatto di incostituzionalità: “Non lediamo nessuno diritto fondamentale. Se entri in casa mia e spacci, ti riporto da dove sei venuto”. Lo stesso Salvini ha fatto sapere che il decreto sarà consegnato al Quirinale “un’ora dopo il decreto Genova” per una forma di “rispetto”.

Dubbi sulla costituzionalità di parti del provvedimento

L’aspetto più complesso e scivoloso riguarda lo stop ai permessi di soggiorno ai migranti per motivi umanitari. Sarebbero sostituiti con permessi per meriti civili o cure mediche. Così come il raddoppio dei tempi di trattenimento nei Centri per i rimpatri, che passerebbero dai 3 mesi attuali a 6- E l’aumento per la rosa di reati per cui si può revocare lo status di rifugiato e i progetti di integrazione sociale riservati ai titolari di protezione e minori non accompagnati. Anche se gli aspetti insidiosi sono tanti, ed ognuno con la sua peculiarità. Il contenuto del testo del leghista potrebbe contrastare con le tutele Costituzionali e della Consulta: il rischio è che il provvedimento attenui dei diritti, che come ribadito riguardano tutti. Se non ci sarà tenuta costituzionale il Quirinale potrebbe non firmare il decreto.

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