Arrestati i vertici della Blutec: spariti 16 milioni di euro di contributi statali

Il provvedimento dell'autorità giudiziaria accompagnato da un sequestro ‘equivalente’

PALERMO – Un cambiamento radicale in pochi giorni. Prima le rassicurazioni sull’esistenza di un serio progetto per il rilancio per l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, oggi gli arresti per ‘malversazione ai danni dello Stato’ ai danni dei vertici della Blutec Spa.

Domiciliari per il presidente del consiglio di amministrazione e l’ad della Blutec

Questa mattina le fiamme gialle del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo hanno notificato al presidente del consiglio di amministrazione e all’amministratore delegato della Blutec Spa, Roberto Ginatta e Cosimo Di Cursi, un provvedimento di arresti domiciliari. Contemporaneamente la società con sede a Rivoli, nel Torinese, è stata sequestrata. Per i due anche un necessario provvedimento di interdizione per 12 mesi durante i quali non potranno esercitare imprese e uffici direttivi. Le indagini effettuate dalla guardia di finanza hanno permesso di accertare l’attività illecita dei due manager che, secondo l’accusa, avrebbero distratto 16 dei 21 milioni di euro di contributi statali. Si tratta di quel denaro che, di fatto, avrebbe dovuto far partire un progetto importante e che sarebbe stata occasione di sviluppo per 700 lavoratori.

I provvedimenti

Le fiamme gialle, in un’operazione coordinata dalla procura di Termini Imerese guidata da Ambrogio Cartosio, ha provveduto peraltro ad eseguire anche un sequestro ‘equivalente’. La cifra è di 16 milioni e mezzo di euro, soldi che ad oggi sembrano svaniti nel nulla. Si tratta di una svolta inattesa, incredibile per certi versi, arrivata in un periodo particolare per la società e soprattutto per i suoi lavoratori, protagonisti di numerose manifestazioni di protesta. Il motivo la cassa integrazione per 570 dipendenti con soli 130 impegnati in progetti di formazione all’interno dell’azienda. Il clima si era fatto di recente più caldo e forse, proprio per evitare conseguenze più importanti, i delegati societari avevano annunciato ai dipendenti l’interessamento di un gruppo cinese. Notizia priva di fondamento che probabilmente era stata data soltanto per pendere altro tempo.

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