Attentati in Sri Lanka, il numero delle vittime sale a 321

Le indagini hanno portato intanto all'arresto di 40 persone collegate a gruppi jihadisti

(Xinhua/LaPresse)

COLOMBO – Sono 321 le persone che hanno perso la vita a seguito dell’attentato in Sri Lanka. Ben otto le esplosioni accertate che hanno colpito chiese e hotel tra le città di Colombo, Negombo e Baticaloa. Tra le vittime, secondo quanto trasmesso da fonti governative, anche 45 bambini.

Sri Lanka, il bilancio drammatico e la rivendicazione Isis

Un bilancio drammatico destinato inevitabilmente a salire nelle prossime ore. Un attacco terroristico in piena regola che, a distanza di poco più di 48 ore, è stato rivendicato dall’Isis. Attraverso l’agenzia Amaq, gli jihadisti hanno diffuso le foto del ‘capo’ dei kamikaze e descritto i punti esatti dove si trovavano gli attentatori poi ‘esplosi’. Una strage per la quale il Paese è ancora sotto choc e la paura è tantissima perché potrebbe non essere finita qui. Secondo quanto dichiarato dal primo ministro Ranil Wickremesinghe, infatti, non possono essere esclusi nuovi attacchi. Questo perché l’intelligence locale ritiene che siano già stati piazzati nuovi ordigni e che in giro ci siano altri kamikaze pronti a farsi esplodere. Quel che è certo è che si è trattato di terrorismo islamico, un attacco tremendo a quanto pare collegato alla strage avvenuta lo scorso mese di marzo a Christchurch in Nuova Zelanda.

Si indaga su una possibile regia internazionale

Le forze dell’ordine locali sono al lavoro per evitare conseguenze ancora maggiori. Le indagini svolte sino a questo momento hanno portato all’arresto di 40 persone sospettate di essere vicine ai gruppi jihadisti locali. E tra questi anche l’autista di un furgone che sarebbe stato usato dai kamikaze e il proprietario di una casa dove alcuni di loro vivevano. Gli investigatori stanno inoltre lavorando su un’ipotesi che si era fatta largo sin da subito. Si tratta di una possibile regia internazionale dietro ad attacchi che sono sembrati troppo organizzati per poter essere partiti da piccoli gruppi locali. Ed è forse questo l’elemento che fa più paura.

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