Autonomia, Bonaccini cambia rotta

Il candidato alla segreteria del Pd ospite della Cgil a Napoli adesso fa il verso a De Luca: “Questa riforma è inaccettabile”

Foto Massimo Paolone/LaPresse

NAPOLI (Anastasia Leonardo) – Il candidato alla segreteria nazionale del Pd Stefano Bonaccini, illuminato sulla via di Damasco, partecipando al congresso della Cgil Campania ieri, si è detto contrario all’autonomia differenziata e ha definito inaccettabile la proposta di autonomia differenziata del ministro Roberto Calderoli. Eppure il governatore emiliano, così come spesso gli ricordano dal centrodestra, è sempre stato un sostenitore dell’autonomia regionale. L’avvicinarsi del congresso e il fatto che tra i sostenitori della sua mozione ci siano il presidente campano Vincenzo De Luca e quello pugliese Michele Emiliano hanno portato ad un cambio di rotta. “Questa riforma sull’autonomia differenziata è inaccettabile per alcuni motivi – ha spiegato Bonaccini ieri in collegamento con l’assemblea Cgil a Napoli – il primo è che non tiene conto dei Livelli essenziali di prestazione perché vengono definiti in modo assolutamente bizzarro, con un Dpcm, una cosa surreale. Avevamo detto che prima di arrivare all’autonomia bisognava definire i Lep e levare la spesa storica altrimenti il Mezzogiorno sarà sempre penalizzato. Avevamo chiesto anche la gradualità e di fermare in questo momento materie come sanità e scuola. Ce lo vedete un paese che potenzialmente possa avere 20 pubbliche istruzioni diverse quando l’Italia è una ed è soprattutto grazie alla cultura, la formazione, l’istruzione che il Paese è unito? Noi faremmo ridere il mondo se approvassimo una riforma che prevede che potenzialmente le regioni possano avere la propria pubblica istruzione”.
Viste le cose dette, è sembrato che a parlare fosse De Luca e non Bonaccini. Un gioco delle parti reso più semplice dall’assenza dello ‘sceriffo’ che ieri non è passata inosservata. “Ci sarebbe piaciuto – ha detto Nicola Ricci, riconfermato segretario generale della Cgil Campania – sentire la voce di De Luca sul giusto cambio di direzione dopo l’incontro con Calderoli nel quale fu prefigurato un accordo su 7 materie tra le 23 previste e che, pochi giorni dopo, ha smascherato il vero pensiero di Calderoli e della Lega che, fin dalla sua fondazione, ha puntato sull’autonomia del Nord. Quando il presidente De Luca ci ha chiamato per la manifestazione della pace, la Cgil c’era, quando ha convocato l’assemblea del mondo della scuola, la Cgil c’era. Il presidente De Luca, con la sua assenza, ha perso un’occasione per dire la sua”.
Ma De Luca a differenza di Bonaccini ed Emiliano in questo momento ha come il Pd campano altre gatte da pelare: il congresso regionale rischia di slittare a causa dello ‘scandalo’ legato al tesseramento che ha indignato tutti i candidati alla segreteria nazionale, duri gli interventi di Gianni Cuperlo ed Elly Schlein che hanno parlato di ‘opacità’ e di signori delle tessere. Uno scontro fra diverse mozioni che in provincia di Caserta diventa addirittura interno alla stessa corrente di Bonaccini, divisa fra il gruppo vicino a Gennaro Oliviero e quello che risponde a Stefano Graziano e Pina Picierno. In questa situazione il governatore emiliano è intervenuto genericamente chiedendo chiarezza.

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