Che pen..a di dibattito

Sono giorni che tiene banco una polemica del tutto inesistente, assolutamente inutile, che il buonsenso dovrebbe in qualche modo invitare ad accantonare a favore di argomenti di maggiore interesse che pure a Napoli non mancano. Si tratta di Mister Dick, che nell’estasi magnareccia vomerese si è guadagnato i titoli del giornale perché i suoi dolci hanno la forma degli organi genitali.

Ora non ci vuole una laurea alla Bocconi per intuire che la trovata è squisitamente di marketing. Così, mentre video e articoli di giornale in tutta Italia (Mr. Dick non ha aperto solo al Vomero, anche se i vomeresi tendono ad essere vomerocentrici a volte) fanno sponda e gratuita pubblicità ai pasticcini a forma di membro, con tante grazie da parte del merchandising, c’è chi non esita a cavalcare. La polemica, si intende.

Uno di questi è il battagliero ex presidente della municipalità V, Gennaro Capodanno, a capo del comitato Valori Collinari di cui non abbiamo notizia di interventi di altri membri in anni di presenza mediatica. Capodanno in queste ore ha tuonato con ogni strumento contro questo scempio, l’ennesima ferita inferta al quartiere collinare partenopeo, spesso annoverato nel salotto buono della città. Il fatto era ghiotto, e il dottor Capodanno ha portato le sue rimostranze ovunque: lettere al direttore, interviste televisive, giornali web. Ma la sua sete di denuncia non è ancora placata. Nel gruppo Facebook “Vomero doc” incalza: “Un’altra testimonianza del degrado del Vomero e di una gioventù che oramai ingurgita tutto meno che la cultura. Chiudono librerie ed edicole perché non si vendono libri e giornali mentre c’è la fila per i dolci a forma di peni e vagine di Mr. Dick”.

Ora tralasciamo in questa sede l’ennesimo gratuito e inutile attacco ai nostri giovani come se fossero colpevoli davvero di qualcosa, e non del mondo che abbiamo loro lasciato e per cui sinceramente avrebbero diritto di intentare causa. No. Parliamo di questo “degrado”, di questo “problema culturale”. Che è legato, secondo la mia umile opinione, anche a chi su queste operazioni di marketing prova a fare facile incetta di consenso, finendo per fare grancassa a negozi che altrimenti sarebbero di interesse limitato a qualche turista un po’ goliardico. Insomma, non è solo Mr. Dick ad aver lucrato sull’apertura di Mr. Dick. Dire poi che le edicole chiudono perché i giovani non leggono i giornali è un capolavoro. Invece, credo, che l’intelligencia o sedicente tale – anziché stare lì a puntare il dito con questi gggiovanidoggi loro e i tikketokke e i telefonini in un’estasi orgiastica di retrospettiva rosea – dovrebbe in qualche modo farsi responsabile di spostare il dibattito e l’interesse lì dove ce ne sarebbe necessità, al posto di (dare e) rincorrere altra visibilità dietro a un dolcino a forma di pene.
E poi dicono che sono i giovani che pensano ai like.

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