Bangladesh, bruciarono viva una ragazza: 16 condanne a morte

Il caso ha creato tanto scalpore

(Xinhua/Shariful Islam)

DACCA – Diciannovenne bruciata viva, emesse 16 condanne a morte per i responsabili. Si chiamava Nusrat Jahan Rafi, aveva appena 19 anni ed era una studentessa della scuola coranica Sonagazi Senior Fazil della cittadina di Feni, a 160 chilometri da Dacca. E’ stata uccisa perché aveva denunciato molestie sessuali da parte del suo insegnante.

Il tranello

La ragazza, appena 19enne, che aveva denunciato molestie sessuali da parte del suo insegnante Siraj Ud Doula venne attirata, il 6 aprile scorso (11 giorni dopo la denuncia), con un banale pretesto sul tetto dell’istituto scolastico. Furono in 4, forse in 5 coperti dal burka ad intimarle di ritirare l’ accusa sporta ai danni del suo insegnate. Ma al suo rifiuto, le diedero fuoco. Cercarono di far passare la morte della ragazza per suicidio ma vennero incastrati da una registrazione.

La prova

Difatti, con l’ausilio del fratello, la ragazza aveva appena in tempo a registrare un messaggio: “Il professore mi ha toccato. Combatterò questo crimine fino all’ultimo respiro”.

La condanna

E’ un tribunale del Bangladesh ad aver emesso la sentenza a morte per i 16 responsabili dell’uccisione della giovane Nusrat Jahan Rafi. Tra i 16 condannati a morte due donne, il suo professore e due compagni di classe. Il padre della ragazza prima della sentenza: “Tutto il Paese ha visto cosa è successo a mia figlia. Era una ragazza innocente ed è stata brutalmente ammazzata per la sua coraggiosa posizione contro chi aveva sbagliato”

La protesta

Dopo la sua orribile morte si mosse tutto il paese per una manifestazione di condanna al grido di “giustizia”. Ma ci furono anche i sostenitori del professore Siraj Ud Doula che chiesero la sua liberazione al grido di “liberatelo”.

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