Bce, Monti: “Scudo anti spread? Prima facciamo le riforme”

L'intervento dell'ex premier

Mario Monti (Foto LaPresse - Claudio Furlan)

TORINO – “Si torna a parlare di scudo anti-spread. Allora lo spread toccò 574 punti. Furono avviate dure misure di risanamento. L’Italia non chiese che l’Europa la salvasse, ma solo che si tenesse conto che il nostro spread incorporava una grande parte non ‘fatta in casa’. Era il premio per il rischio-euro che, in quella situazione di crisi nell’eurozona, i mercati chiedevano a chiunque emettesse titoli in euro. E in misura maggiore per i Paesi che avevano i debiti pubblici più elevati, creati nel passato, anche se stavano conducendo politiche per ridurre il disavanzo”. Così l’ex premier Mario Monti in un’intervista al Corriere della Sera.

“A venerdì – ricorda – lo spread era a 234 punti, ben superiore a quello francese (62), spagnolo (130), portoghese (126), cipriota (165) e poco più basso di quello greco (288). Ma al livello attuale il nostro spread è giunto dopo una continua salita iniziata dal minimo di 90 del febbraio 2021, alla fine del governo Conte”. E ancora: “Con uno spread tutto ‘fatto in casa’, e in assenza di crisi nell’eurozona, non siamo nelle condizioni più favorevoli per ‘pretendere’ che la Bce si allontani dalla rotta per favorire un Paese che si è messo da sé in questa situazione, pur fruendo di un governo particolarmente autorevole e dopo essere stato il Paese meglio trattato dall’Europa da diversi anni a questa parte (vedi quota dei fondi del Next Generation EU e enorme accollo di titoli da parte della Bce)”.

(LaPresse)

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