Birmania: prima condanna di 2 anni ad Aung San Suu Kyi. Sdegno dell’Occidente

Condanna a quattro anni, poi ridotta a due, per la leader birmana Aung San Suu Kyi. La premio Nobel è stata giudicata colpevole da un tribunale del Myanmar di istigazione al dissenso e di violazione delle misure anti Covid-19.

ROMA – Condanna a quattro anni, poi ridotta a due, per la leader birmana Aung San Suu Kyi. La premio Nobel è stata giudicata colpevole da un tribunale del Myanmar di istigazione al dissenso e di violazione delle misure anti Covid-19. Il verdetto è stato il primo di una serie contro la 76enne. Se giudicata colpevole di tutte le accuse Suu Kyi rischia di essere condannata a oltre 100 anni di carcere.

L’Onu si è scagliato contro la sentenza e ha chiesto il rilascio della leader, arrestata il 1 febbraio durante il golpe della giunta militare. “La condanna della consigliera di Stato a seguito di un processo farsa”, “davanti a un tribunale controllato dai militari non è altro che motivata politicamente”, ha detto l’Alta Commissaria per i diritti umani Onu Bachelet, “Non si tratta solo della negazione arbitraria della sua libertà, ma chiude un’altra porta al dialogo politico”. Parole di sdegno sono arrivate anche dal segretario di Stato Usa Antony Blinken, che ha parlato di “affronto alla democrazia” e da parte dell’Ue. E’ “un altro passo verso lo smantellamento dello stato di diritto e un’ulteriore palese violazione dei diritti umani in Myanmar”, ha affermato l’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell. La Cina, che ha mantenuto un rapporto disteso con la giunta militare ha invece rifiutato di criticare il verdetto.

Gli avvocati di Suu Kyi dovrebbero presentare ricorso nei prossimi giorni per la condanna della leader e di due colleghi. Altri verdetti sono attesi la prossima settimana. La Premio Nobel è stata infatti accusata anche di importazione illegale e uso di walkie-talkie da parte delle sue guardie di sicurezza, di violazione dell’Official Secrets Act e di corruzione. La commissione elettorale nominata dai militari ha inoltre annunciato che intende perseguire Suu Kyi e altri 15 alti esponenti politici per presunti brogli nelle elezioni (vinte dal partito della leader, la Lega Nazionale per la Democrazia).

In giornata la 76enne è stata condannata a quattro anni. Poche ore dopo la pena è stata ridotta a 2 anni, dopo la grazia parziale disposta dal capo della giunta, il generale Min Aung Hlaing. La donna è attualmente prigioniera dei militari in un luogo segreto, dove dovrebbe scontare la pena.

Dal golpe del 1 febbraio il Tatmadaw, nome ufficiale dell’esercito, ha detenuto arbitrariamente oltre 10.000 oppositori, con almeno 175 persone morte in custodia probabilmente a causa di maltrattamenti o torture. Le proteste sono continuate in tutto il Paese ma il pugno di ferro dei militari ha ridotto la vastità dei cortei. Domenica un veicolo dell’esercito si è scagliato contro una marcia pacifica di manifestanti anti-governativi a Yangon, uccidendo almeno cinque persone. Un testimone ha riferito all’Associated Press che i manifestanti erano sulla sua strada da appena due minuti quando il camion militare li ha investiti. “Circa cinque soldati armati sono scesi dal veicolo e hanno inseguito i manifestanti”, ha raccontato il testimone, “Hanno aperto il fuoco e arrestato anche dei giovani che sono stati investiti dall’auto”.

LaPresse

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