Rincaro bollette, salve dalla stangata tre milioni di famiglie e sei milioni di piccole aziende

Il decreto che contiene gli aumenti dei prezzi sia per l’elettricità che per il gas nel quarto trimestre di quest’anno tende a risparmiare più di 3 mln di famiglie e quasi 6 mln di imprese

Foto Alessandro Fiocchi - LaPresse 01 03 2016 Novi di Modena ( Italia ) Cronaca Nella foto: Matteo Salvini in vista ai container dove abitano gli sfollati dal terremoto del 2012 dove gli mostrano una bolletta della luce da 1.200 euro

ROMA  – Bollette: no al rincaro per famiglie povere e piccole aziende “con usi di servizio in bassa tensione per 26 milioni di utenze domestiche fino a 16,5 kw saranno azzerate le aliquote relative agli oneri generali di sistema”. In totale il decreto, che contiene gli aumenti dei prezzi sia per l’elettricità che per il gas nel quarto trimestre di quest’anno tende a risparmiare più di 3 mln di famiglie e quasi 6 mln di imprese.

L’obiettivo

Con il nuovo provvedimento si tende a salvaguardare quei nuclei familiari  in possesso di un Isee inferiore a 8.265 euro annui e quelli numerosi con Isee di 20.000 euro annui con almeno 4 figli, oltre ai percettori di reddito o pensione di cittadinanza e quegli utenti in gravi condizioni di salute. Per quanto concerne invece il gas “per circa 2,5 milioni di persone che beneficiano del bonus sociale gas sono tendenzialmente azzerati gli effetti del previsto aumento della bolletta”. Mentre per tutti gli altri utenti “l’Iva oggi prevista al 10 e al 22% a seconda del consumo, è portata al 5%”.

Il monitoraggio

Il sottosegretario alla presidenza, Roberto Garofoli, e il ministro dell’Economia, Daniele Franco hanno dato i primi input sia per quanto riguarda il monitoraggio che per lo stato di attuazione delle misure previste dal Pnrr nel 2021. “I target da raggiungere per l’anno in corso sono 51 distinti tra riforme ed investimenti”, precisando inoltre che per investimenti  “si intende anche l’adozione di atti di normativa primaria e secondaria o di atti amministrativi diretti a disciplinare specifici settori e da cui dipende l’utilizzabilità di risorse finanziarie dedicate per linee di intervento. I 51 target sono divisi in 24 investimenti e 27 riforme da adottare. Delle 51 misure sono stati raggiunti 13 obiettivi”.

Il piano interventi

Quanto prima dovranno essere le amministrazioni a dover trasmettere alle competenti strutture della presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dell’Economia un adeguato “piano di adozione delle riforme e di compiuta realizzazione degli interventi da attuare entro il 31 dicembre prossimo, in modo da consentire un costante monitoraggio delle specifiche tappe da rispettare nel perseguire gli obiettivi”.  Mentre sarà compito dei ministeri far pervenire alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – DAGL e al Ministero dell’Economia e delle Finanze “ulteriori proposte di norme attuative abilitanti ritenute necessarie, secondo le rispettive competenze, per proseguire nell’attuazione del Pnrr. A seguito della richiesta di alcune amministrazioni, il Governo sta infatti valutando l’adozione di uno o più provvedimenti, nei quali far confluire tutte le norme ritenute necessarie per semplificare ed accelerare la realizzazione degli interventi”.

Le cabine di regia

Inoltre prossimamente saranno convocate le cabine di regia settoriali a cui prenderanno parte i ministri individuati in base agli ambiti da approfondire. A seguire una cabina di regia con le Regioni, gli enti territoriali e altri soggetti. Al termine ogni ministro dovrà far pervenire “nei 5 giorni antecedenti la data di convocazione della cabina di regia alla quale deve partecipare un documento che sarà sinteticamente illustrato nel corso della seduta contenente lo stato di avanzamento dell’insieme di riforme e progetti del Pnrr facenti capo alla amministrazione di riferimento, con un particolare focus per quelli la cui attuazione è prevista nel 2021 e nel primo semestre del 2022; l’impostazione che ciascun ministro ritiene di seguire con riferimento ai principali e più rilevanti progetti di rispettiva competenza; l’individuazione degli ostacoli e delle criticità eventualmente riscontrate quanto alle riforme e ai progetti nella titolarità delle amministrazioni di riferimento”.

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