Bologna, 28enne ucciso: arrestato il vicino di casa

L'omicidio è avvenuto ieri mattina nel quartiere Pilastro

Foto LaPresse - Andrea Panegrossi

BOLOGNA – Parole forti, poi la colluttazione. Infine il coltello, la tragedia. Nicola Rinaldi, 28enne bolognese, è stato assassinato nel pomeriggio di ieri accanto la sua abitazione. Le forze dell’ordine erano intervenute sul posto poco dopo allertati da alcuni residenti che avevano visto in strada il corpo del giovane.

Le indagini e l’arresto per l’omicidio di ieri pomeriggio a Bologna

A quel punto hanno iniziato le indagini con il raggio d’azione che si era sin da subito sviluppato non troppo lontano dal punto della tragedia. Le forze dell’ordine avevano sospettato di due uomini. Uno in particolare, fermato subito dopo il delitto e interrogato per molte ore. Alla fine del faccia a faccia, è stato arrestato nella notte: si tratta di Luciano Listrani, 58 anni, che ad oggi è il sospettato numero uno per l’omicidio di Nicola Rinaldi. Il 28enne si trovava ai domiciliari, in uno stabile di via Prati nel quartiere Pilastro.

La ricostruzione

Secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, i due uomini avrebbero avuto un litigio al quarto piano del civico 13. Possibile che alla base dell’accesso confronto ci fossero motivi legati alla droga. Al momento, però, si tratta solo di un’ipotesi che potrebbe essere confermata soltanto nei prossimi giorni. Quel che è certo è che, all’arrivo della polizia, si è scatenato un vero e proprio inferno. Gli agenti avevano provato a fermare il sospettato, i colleghi della Scientifica a compiere i rilievi di rito. Ma sono stati ‘accolti’ dai residenti che, inferociti, hanno dato vita ad un parapiglia incredibile. Tant’è che, viste le difficoltà di azione, i poliziotti hanno chiesto l’invio di rinforzi e sono dovuti intervenire le unità di pronto intervento usate dall’antiterrorismo. La situazione è poi ritornata alla normalità e l’uomo è stato prelevato e poi arrestato. La madre della vittima è apparsa sconvolta: “Se mio figlio fosse rimasto in carcere – ha detto in lacrime – ora sarebbe ancora vivo”.


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