Bonafede: “Nessun premio ai rivoltosi delle carceri, grave pensarlo”

Le parole del ministro della Giustizia

Foto Palazzo Chigi / Filippo Attili / LaPresse in foto Alfonso Bonafede

ROMA – “La legge n. 199/2010 e successive modifiche, (che per comodità chiameremo Legge Pdl-Lega nord) ha permesso, nei primi tre anni” esordisce Bonafede “a circa 9000 detenuti di passare alla detenzione domiciliare; il numero degli effettivi destinatari della nuova legge, tra i 6000 detenuti circa non condannati per reati c.d. “ostativi” e con pena residua fino a 18 mesi (oggi tutti potenzialmente destinatari della precedente legge n. 199/2010), dipenderà da diversi requisiti e variabili (come per esempio, il domicilio idoneo) che dovranno essere accertati dalla magistratura in virtù di un procedimento più semplice. A sette giorni dall’entrata in vigore del decreto, fornire qualsiasi altro dato numerico al Parlamento sarebbe certamente scorretto. Se non per la notazione che ad oggi circa 50 detenuti risulta abbiano beneficiato della misura di cui all’art.123″.

Così il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, rispondendo a un’interrogazione della Lega, durante il Question time alla Camera. “A differenza della Legge Pdl-Lega nord, adesso è previsto l’uso del braccialetto elettronico per coloro che devono scontare una pena superiore ai 6 mesi. Sono esclusi i condannati per corruzione, maltrattamenti in famiglia o stalking. Così come vengono esclusi esplicitamente tutti i detenuti che abbiano subito nell’ultimo anno sanzioni disciplinari per comportamenti gravi o che abbiano partecipato alle rivolte dell’inizio di marzo: dunque, non c’è alcun premio per i rivoltosi, ed è grave anche pensarlo”, aggiunge.

(LaPresse)

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